Anche per immobili già provvisti di un sistema per lo scarico esterno dei fumi, la predisposizione di una nuova canna fumaria può rappresentare una necessità frequente. La previsione di un nuovo sistema di riscaldamento, o la costruzione di camini interni, può infatti comportare l'esigenza di progettare più canne fumarie, maggiormente idonee ed efficienti. Ma quali permessi si rendono necessari per l'installazione di una canna fumaria e, soprattutto, quali procedure seguire?
Per installare una canna fumaria, è necessario valutare sia le normative nazionali che eventuali specifiche a livello locale. Inoltre, a seconda del tipo di intervento che si vuole realizzare, potrebbero essere necessari dei permessi specifici.
Che permessi servono per fare una canna fumaria
Si tratti della predisposizione di un nuovo sistema di scarico dei fumi, oppure dell’ampliamento di una struttura già esistente, l’installazione di una canna fumaria è normalmente un’operazione soggetta all’ottenimento di specifici permessi.
Il riferimento normativo principale è al Testo Unico dell’Edilizia, ovvero il D.P.R. 380/2001, incluse le sue successive modifiche, a cui si aggiungono le normative locali. Quest’ultimo prevede che i permessi necessari dipendono dalla tipologia di intervento che si vuole realizzare - ad esempio una nuova posa, ma anche la sostituzione o la manutenzione della canna fumaria - così come dal contesto edilizio, come case indipendenti o condomini. Di conseguenza, per l’installazione della canna fumaria serve la CILA o la SCIA? E quando è necessario il permesso a costruire?
Le tipologie di permesso a seconda dell’intervento sulla canna fumaria
Come già accennato, per predisporre o procedere alla manutenzione di un sistema di scarico dei fumi, può essere necessario l’ottenimento di specifici permessi. Ma quale titolo abilitativo serve per una canna fumaria?
Molto dipende dalla tipologia di intervento che si vuole realizzare, in relazione a quanto stabilito non solo dal Testo Unico dell’Edilizia, ma anche dalle normative in vigore a livello locale e, ancora, ai recenti orientamenti della giurisprudenza. In linea generale:
- la CILA, ovvero la Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata, è sufficiente per interventi di manutenzione leggera, come ad esempio la sostituzione di un piccolo condotto interno senza modifiche strutturali o, ancora, per l’installazione di una canna fumaria per stufa a pellet all’interno di un cavedio preesistente;
- la SCIA, cioè la Segnalazione Certificata di Inizio Attività, è invece richiesta per interventi più invasivi, come nel caso dell’installazione di una canna fumaria esterna che impatta sulla facciata di un edificio. Ad esempio, con la sentenza 3214/2023, il TAR del Lazio ha stabilito che la posa di una canna fumaria esterna in condominio rientra negli interventi di restauro e risanamento conservativo e, per questa ragione, è soggetta a SCIA;
- il permesso di costruire è necessario quando l’intervento di predisposizione della canna fumaria altera significativamente la sagoma o il volume dell’edificio, ad esempio per strutture di grandi dimensioni o in contesti vincolati. Con la sentenza 40/2020, il TAR dell’Umbria ha però specificato che le canne fumarie di diametro inferiore ai 30 centimetri, prive di un impatto rilevante sull’immobile, possono essere considerate volumi tecnici e, quindi, essere semplicemente soggette alla SCIA o, addirittura, ricadere nell’edilizia libera.
Data la complessità della questione, non è quindi semplice definire a priori quale titolo abilitativo sia necessario per la singola predisposizione di una canna fumaria: è sempre necessario valutare il contesto locale, ad esempio consultando il Regolamento Edilizio Comunale, così come le condizioni dell’immobile e l’impatto dell’intervento che si andrà a realizzare.
In merito ai lavori in edilizia libera, e quindi tali da non richiedere alcun permesso o autorizzazione, il riferimento è a interventi minori, come la riparazione di un comignolo o la sostituzione di un piccolo tratto di canna fumaria danneggiata, purché non vi siano modifiche dimensionali per l’immobile.
Altre autorizzazioni per la canna fumaria
Come facile intuire, oltre ai titoli abilitativi potrebbe essere necessario l’ottenimento di altre forme di autorizzazione: il caso più frequente è quello del parere della Soprintendenza, per edifici storici oppure sottoposti a speciali vincoli paesaggistici.
Ancora, se ci si trova in un contesto condominiale, la predisposizione di nuovi condotti interni o esterni all’edificio - ad esempio, l’installazione di una canna fumaria per la caldaia a condensazione - potrebbe richiedere il parere dell’assemblea. È però utile sapere che si può procedere a realizzare la canna fumaria in condominio anche senza delibera assembleare, se:
- l’installazione di una canna fumaria esterna non altera il decoro architettonico dell’edificio o le parti comuni;
- se avviene nel pieno rispetto dell’articolo 1102 del Codice Civile, che permette al singolo di servirsi delle parti comuni, purché non ne modifichi la destinazione d’uso o impedisca ad altri di fare altrettanto.
Quando la canna fumaria non è a norma
Ottenute le dovute autorizzazioni, quando previste, è indispensabile anche realizzare una canna fumaria che rispetti le normative tecniche e di sicurezza vigenti. Ma quando non è a norma?
Innanzitutto, è utile sottolineare che le normative di riferimento non solo sono le più svariate, ma possono anche prevedere specifiche a livello locale. Per questo, per poter realizzare un impianto a norma, è sempre utile informarsi preventivamente presso il Comune di competenza. Dopodiché, tra le principali disposizioni da prendere in considerazione, è utile elencare:
- uno scarico dei fumi oltre il colmo del tetto, indicativamente a un metro dal punto più alto, così come prevedono la Legge 90/2013 e la norma UNI 10683. Gli scarichi a parete non sono generalmente permessi, fatta eccezione per le deroghe di legge, come per le caldaie a condensazione con scarico orizzontale, secondo UNI 7129;
- l’utilizzo di materiali idonei per la predisposizione della canna fumaria, come ad esempio l’acciaio inox o materiali refrattari resistenti alle alte temperature per le stufe a legna o a pellet (UNI 10683), così come il polipropilene o altri materiali resistenti alla condensa acida per le caldaie a condensazione (UNI 7129);
- il rispetto delle distanze minime da finestre, balconi, prese d’aria in base alla normativa UNI 7129, a seconda della tipologia di edificio;
- un percorso prevalentemente verticale, per garantire il corretto tiraggio, con massimo due deviazioni a 45 gradi, come previsto dalla normativa UNI 10683;
- la corretta manutenzione periodica, in base alla normativa UNI 10389-1:2023, per controllarne regolarmente tiraggio e pulizia.
Come facile intuire, il mancato rispetto delle normative vigenti può comportare sanzioni e, nei casi più gravi, anche contenziosi con vicini e dirimpettai. Ancora, è utile sottolineare che gli interventi a norma dal punto di vista tecnico, ma realizzati senza l’ottenimento di CILA, SCIA o permesso di costruire quando necessario, rimangono comunque abusivi e passibili di demolizione. Potranno però essere sottoposti a sanatoria, quando ammissibile.
Quanto costa far installare la canna fumaria
Definiti i requisiti affinché l’impianto sia a norma, quanto costa far installare la canna fumaria? L’ammontare della spesa dipende da diversi fattori - dalla lunghezza del condotto al materiale impiegato, passando per la posizione interna ed esterna e molto altro ancora - nonché dalle tariffe medie previste per il proprio luogo di residenza.
La forbice di prezzo può essere molto ampia, indicativamente tra i 1.500 e i 5.000 euro, comprese le autorizzazioni, eventuali oneri comunali, la manodopera e i materiali. Sempre a titolo non esaustivo, a seconda delle tipologie:
- tra i 1.500 e i 2.500 euro per una canna fumaria interna in acciaio per stufa a pellet, della lunghezza di 5-6 metri lineari;
- tra i 3.000 e i 5.000 euro per una canna fumaria esterna in acciaio inox, a cui aggiungere l’eventuale costo di noleggio di gru e ponteggi per edifici molto alti;
- tra i 1.800 e i 3.000 euro per una canna fumaria per caldaia a condensazione, in materiali plastici certificati.
Proprio poiché non è possibile fornire soglie di prezzo che siano per tutti valide, ma la spesa effettiva dipende dalle necessità del caso specifico, il consiglio è quello di chiedere preventivamente informazioni all’impresa specializzata a cui si vorranno affidare i lavori.
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