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Le cifre di cui si è a lungo parlato sono ormai nero su bianco e pubblicate sul sito della presidenza del consiglio: lasciare il lavoro con l'anticipo pensionistico costerà fino a un quinto dell'assegno, se si sfrutteranno tutti i 3 anni e 7 mesi possibili, tra rata ventennale da restituire, interessi bancari e premio assicurativo.

ape volontaria costi 

Le rate per l’Ape volontario, per ogni anno di anticipo, potranno variare tra il 2% e il 5,5%, a seconda della percentuale dell'assegno che si intende farsi anticipare. Il team coordinato dal sottosegretario alla presidenza del consiglio Tommaso Nannicini ha stilato delle tabelle per spiegare gli effetti dell'accesso al nuovo istituto

Per esempio, chi chiederà un anticipo dell’85% di quanto gli spetta vedrà il suo assegno pensionistico futuro tagliato del 4,6-4,7% (a seconda dell'ammontare di partenza) l’anno, fino alla completa restituzione del “prestito”. Ciò per quanto concerne l'ape volontaria, per la quale occorre essere lavoratori con almeno 20 anni di contributi che abbiano compiuto 63 anni di età. Una platea potenziale di 300mila utilizzatori il prossimo anno, di 115mila quello successivo.

Il costo non è indifferente: con un lordo di 1.615 euro, infatti, il netto “pieno” è pari a 1.286 euro. La richiesta dell'85% equivale a ricevere, al netto di rata e detrazioni (pari al 50% di quota interessi e premio) 1.078 euro.

ape social come funziona

Diverso è il caso dell'Ape sociale. Fino a 1.500 euro di pensione, infatti, per il lavoratore in questo caso non c'è alcun costo. In caso contrario, la decurtazione interviene comunque solo sulla quota eccedente. Gli esempi sul sito della presidenza del consiglio sono quelli di una pensione da 1.000 euro, che al netto si vede confermare gli 865 euro che si avrebbero in caso si andasse in pensione per vecchiaia. Per una da 1.808 euro, invece, il netto sarà di 1.386 euro invece dei 1.403 che spetterebbero “normalmente”.

ape social requisiti

Per accedere all'Ape sociale bisogna essere disoccupati senza ammortizzatori con 30 anni almeno di contributi, lavoratori con 30 anni di contributi che assistono familiari di primo grado con disabilità grave, lavoratori con 30 anni di contributi che presentano un grado di invalidità superiore o uguale al 74%, lavoratori con 36 anni di contributi che svolgono (in via continuativa da almeno 6 anni) un lavoro ritenuto particolarmente pesante.

I lavori individuati per quest'ultimo caso sono: operai dell’industria estrattiva, dell’edilizia e della manutenzione degli edifici, conduttori di gru, di macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni, conciatori di pelli e di pellicce, conduttori di convogli ferroviari e personale viaggiante, conduttori di mezzi pesanti e camion, professioni sanitarie infermieristiche ed ostetriche ospedaliere con lavoro organizzato in turni, addetti all'assistenza personale di persone in condizioni di non autosufficienza, professori di scuola pre-primaria, facchini, addetti allo spostamento merci ed assimilati, personale non qualificato addetto ai servizi di pulizia, operatori ecologici e altri raccoglitori e separatori di rifiuti.

ape aziendale come funziona

Dal primo maggio 2017, infine, potrà essere richiesta da imprese che avviano piani di ristrutturazione l'Ape aziendale, nella quale i costi sono interamente coperti dal datore di lavoro.

Rita come funziona

Chi è in possesso dei requisiti per l’anticipo pensionistico può accedere anche alla “Rita” (rendita integrativa temporanea anticipata), sia contemporaneamente che  in alternativa al primo. In questo caso, il lavoratore (pubblico o privato) chiede al fondo pensione presso cui risulta iscritto l’erogazione frazionata del montante accumulato, in tutto o solo in parte, a patto però di cessare il rapporto di lavoro.

Anche in questo caso la sperimentazione in partenza a maggio si concluderà il 31 dicembre 2018. L'erogazione avverrà dal giorno dell’accettazione della richiesta fino al conseguimento dei requisiti di accesso alla pensione di vecchiaia. La Rita beneficerà di un regime fiscale agevolato: ritenuta a titolo d’imposta con l’aliquota del 15%, ridotta dello 0,30% per ogni anno eccedente il quindicesimo di partecipazione alla previdenza integrativa, con un limite massimo di riduzione di 6 punti.

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