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Referendum, 6 bufale + 1 di questa campagna al "vetriolo"
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In quella che sarà ricordata come una delle campagne politiche più accese degli ultimi anni, i sostenitori del sì e quelli del no al referendum del 4 dicembre hanno "sparato", letteralmente, molte bufale sui tagli, le immunità, i risparmi e molto altro. Vediamo sei delle principali "frottole" di questa campagna al vetriolo.

  1. Risparmi riforma costituzionale - Sebbene sia stato uno dei più grandi cavalli di battaglia della campagna del si, i 490 milioni l'anno che si risparmierebbero con il taglio dei senatori, non hanno un riscontro. L'ex consigliere economico di Renzi, Roberto Perotti, sulla Lavoce.info, parla di 161 milioni di risparmio.

  2. Parlamento illegittimo per la Corte costituzionale? - La Corte costituzionale ha dichiarato illegittima la legge elettorale Porcellum, quella utilizzata per eleggere l'attuale parlamento. Parlamento che ha già approvato la riforma. Ma la stessa Corte ha ribadito la piena legittimità delle Camere elette con quel sistema.

  3. Crescita pil italia - Sebbene la vittoria del sì aprirebbe la strada a una maggiore stabilità per il nostro Paese, non è detto che questo si traduca in una crescita del prodotto interno lordo. La stessa Ocse ha affermato: "Non siamo in grado di pronunciarci sugli effetti potenziali del referendum".

  4. Elezione presidente della repubblica riforma - Secondo i sostenitori del no, dal settimo scrutinio in poi - con il nuovo quorum di 3/5 dei votanti, sarà possibile eleggere il presidente della repubblica con 221 voti". Ma se sono tutti presenti, di voti ne servirebbero 439.

  5. Governo tecnico se vince il no - Sul sito Bastaunsi, si legge che la vittoria del no condanna "in eterno" a governi tecnici. Sebbene la possibilità di un governo tecnico esista, questo non è certo il futuro da qui all'eternità.

  6. Referendum abrogativo riforma costituzionale - Con la riforma aumenta il numero di firme necessarie per richiedere un referendum abrogativo. Questa è la tesi del no, ma non è corretta. Il requisito di 500 mila firme resta in vigore, come un quorum minimo della maggioranza degli aventi diritto al voto. Con una nuova possibilità: se si raccolgono 800 mila firme, il quorum scende alla maggioranza dei votanti alle ultime elezioni politiche.

  7. (6+1) Se vince il no, Gigi d'Alessio smette di cantare - Sebbene per alcune persone questa sarebbe una ragione sufficiente per votare si (o no), il cantante napoletano non ha mai fatto una tale affermazione.

 

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1 Commenti:

antonino
2 Dicembre 2016, 19:35

ANCHE SE GIGI DALESSIO NON CANTA PIU' NON CI METTEREMO A PIANGERE

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