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Il divario generazionale c’è e si fa sentire. Dando uno sguardo alle retribuzioni degli under 30 e degli over 60 si scopre che i primi sono pagati il 64,3% in meno dei secondi.

In particolare, come evidenziato dall’ultimo “Salary Outlook” di Jobpricing, i giovani fino a 24 anni percepiscono 21.661 euro contro il 35.595 euro dei colleghi dai 65 anni in su, con una differenza di quasi 14mila euro.

Ad incidere ci sono senza dubbio gli scatti di anzianità e il curriculum, ma non solo. I datori di lavoro, infatti, tendono a pagare di meno i candidati under 30 anche a parità di requisiti, facendo leva sulla maggiore debolezza contrattuale e la difficoltà di inserirsi nel mercato del lavoro. L’indagine ha portato alla ribalta il fatto che in ingresso vengono pagati stipendi minimi.

Secondo quanto emerso dall’analisi, c’è una certa regolarità nella crescita degli stipendi, con scatti ogni 10 anni circa: la retribuzione annua lorda (Ral) è di 21.661 euro fino ai 24 anni, 25.464 euro dai 25 ai 34 anni, 29.452 euro dai 35 ai 44 anni, 31.506 euro dai 45 ai 54 anni, 33.482 euro dai 55 ai 64 anni e 35.595 euro dai 65 anni in su.

Ad incidere da un lato ci sono fattori fisiologici, come la base normativa o il rapporto naturale tra età e ruolo ricoperto in azienda, dall’altro c’è un fattore culturale, legato all’andamento del mercato del lavoro, che vede le imprese pagare meno chi è più giovane e i candidati accettare pur di uscire dalla spirale dei rapporti atipici.

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