Mazziero prevede Pil 2020 a -3%, Ihs Markit: il virus impatterà negativamente
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Coronavirus e conseguenze sull'economia italiana: parlano gli esperti
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Al secondo giorno di chiusura pressoché totale dell’Italia intera contro la diffusione del coronavirus, le view di mercato degli esperti sono concordi nel prevedere mesi difficili a causa dell’impatto della situazione presente sull’economia.

Alessandro Tentori di Axa Im è molto poco ottimista a riguardo. “Con il perdurare dell’incertezza e dell’epidemia di Coronavirus, gli analisti si spostano da una traiettoria del PIL a “V” (con una immediata ripresa dopo i minimi, NdR) a una traiettoria a “U”(con una ripresa più lenta, NdR), - osserva Tentori relativamente all’economia globale. - Io penso che gli analisti siano in ritardo rispetto all’evoluzione di questa crisi. È sempre difficile mettersi contro il consenso, ma il mio timore è che dovremo a breve prepararci a fronteggiare una recessione con il rischio di andare oltre lo scenario a “U” e cominciare ad aspettarci una specie di “L””.

Anche un eventuale intervento da parte delle banche centrali non sarebbe troppo d’aiuto. “Sono d’accordo che instillerebbe qualche pillola di fiducia ai mercati, - commenta Tentori, -  ma non dimentichiamoci che le banche centrali possono solo smussare gli angoli e non possono prevenire una recessione”.

Per quanto riguarda l’Italia, le stime sul Pil sono impietose. “L'estensione della zona rossa e la limitazione delle attività sino ad inizio aprile indurrà un forte calo del PIL nel 1° trimestre e seppur in misura minore anche nel 2° trimestre, - stima Mazziero Research. - I valori del PIL trimestrale restano negativi sia per il 1° sia per il 2° trimestre confermando la recessione tecnica almeno per tutta la prima metà del 2020. Nel 3° trimestre si dovrebbe già assistere a una ripresa che potrebbe portare il PIL trimestrale in positivo; dal 4° trimestre si innesterà invece una forte ripresa che durerà anche nei primi mesi del 2021”. Malgrado la ripresa, tuttavia, il PIL annuale resterà negativo e compreso nel range -2,5/-3%, a causa della forte contrazione nel 1° semestre.

Anche per quanto riguarda le imprese, l’Outlook di Ihs Markit non è clemente con le previsioni sull’Italia.

 “Le aspettative sul business italiano restano molto deboli all’inizio del 2020, - è il commento di Lewis Cooper, economista di Ihs Markit. – a causa sia del contesto geopolitico globale che delle conseguenze del Covid-19 che hanno minato la fiducia delle imprese. Nonostante una quota di imprese leggermente superiore rispetto allo scorso ottobre ipotizzi un aumento di attività nei prossimi 12 mesi, tale fiducia è inferiore che nel resto d’Europa. Inoltre la minore domanda estera e gli effetti avversi del coronavirus sono fattori chiave da aggiungere a tale rilevazione, che non ne tiene conto”. L’outlook di Ihs Markit si basa infatti su dati raccolti tra il 12 e il 25 febbraio sul sentiment delle imprese.

Stando a questi dati, la fiducia delle imprese era leggermente migliorata rispetto all’ottobre 2019, con una quota del 22% di imprese convinte di aumentare la propria attività durante l’anno contro il 20% della precedente rilevazione.

Tuttavia anche senza tenere conto della situazione presente, la fiducia delle imprese resta quella col miglioramento inferiore in Europa, rimanendo sotto la media europea del +25%.

A prevedere maggiori profitti nel 2020 erano l’11% delle imprese (contro il 9% di ottobre), sopra la media europea del 7%, mentre a prevedere maggiore occupazione era un 7% delle imprese contro il 6% di ottobre.

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