L'Inps spiega i motivi del ritardo in alcune regioni
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Ulteriori ritardi per la cassa integrazione per il coronavirus, quando arriva?
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Oggi scatta ufficialmente la fase 2 dell’emergenza coronavirus, eppure ci sono molti lavoratori che sono ancora in attesa dell’assegno di cassa integrazione che si stanno chiedendo quando arriva. Per fare chiarezza è intervenuto direttamente l’Inps.

L’Inps ha fatto sapere che non è responsabile dei ritardi, stando a quanto spiegato dall’istituto di previdenza, infatti, la responsabilità per gli assegni di cassa integrazione non ancora erogati sarebbe delle regioni, che non hanno trasmesso in tempo le richieste all’Inps.

La situazione è particolarmente grave in Sardegna, dove migliaia di domande sono ancora in sospeso per questo molti datori di lavoro stanno anticipando la cassa integrazione pagando di tasca loro i dipendenti. Ma diversi ritardi si sono verificati anche in Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Sicilia.

Ma in ogni caso, il pagamento della cassa integrazione dovrebbe arrivare con tempi decisamente più celeri rispetto a quelli ordinari (circa tre mesi). Per le aziende che hanno fatto domanda tra fine marzo ed inizio aprile, il primo accredito, se non è già arrivato ad aprile, dovrebbe quindi arrivare entro inizio maggio.

Tuttavia, va sottolineato che per quanto riguarda la cassa integrazione in deroga, i tempi di pagamento potrebbero essere leggermente diversi e potrebbero verificarsi dei ritardi. Non tutte le Regioni, infatti, hanno avviato tempestivamente la possibilità di invio delle domande e, anche per quelle che si sono mosse in tempo, a rendere più lunga l’attesa interviene la procedura complessa di valutazione delle istanze.

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