Reddito di cittadinanza e nuovo governo, ecco uno dei temi più caldi e che destano maggiore curiosità in attesa che si insedi il nuovo esecutivo guidato da Giorgia Meloni. Molti percettori, e non solo, si stanno chiedendo che fine farà il sussidio. Scopriamo le ultime novità e cosa sappiamo in merito fino a questo momento.
Quel che è certo è che, con il nuovo governo, il reddito di cittadinanza non verrà riconfermato così com’è nella prossima legislatura. Almeno a giudicare dalle dichiarazioni pubbliche, e dai programmi dei partiti della coalizione di centrodestra, l’attuale formula del sussidio sarà largamente rivista, o addirittura abolita.
Nel programma elettorale di Fratelli d’Italia, infatti, si legge apertamente: “Abolire il Reddito di cittadinanza per introdurre un nuovo strumento che tuteli i soggetti privi di reddito, effettivamente fragili e impossibilitati a lavorare o difficilmente occupabili: disabili, over 60, nuclei familiari con minori a carico. Per chi è in grado di lavorare, percorsi di formazione e potenziamento delle politiche attive del lavoro. Innalzamento delle pensioni minime e sociali”.
In una dichiarazione in merito al reddito di cittadinanza, Giorgia Meloni lo aveva definiti “metadone di Stato”, intendendo come fosse necessaria una misura per migliorare la condizione e non per mantenere uno stato di disoccupazione.
La posizione di Fratelli d’Italia, e quindi del nuovo governo Meloni che si formerà, è quindi quella di abolire il reddito di cittadinanza così come è stato finora e, contestualmente, inserire una nuova misura che possa sostenere le categorie più bisognose da una parte dall’altra adoperarsi per trovare un impiego a chi è in condizione di lavorare.
La doppia direttrice per il superamento del reddito di cittadinanza, una volta abolito, si concentrerebbe su due obiettivi:
- garantire un sostegno economico alle categorie più fragili come pensionati, over 60 senza reddito, invalidi, famiglie con minori a carico e senza reddito;
- percorsi di formazione e ricerca attiva di un lavoro per disoccupati compresi tra 18 e 59 anni in condizione di poter lavorare.
A questo proposito, vale la pena citare i dati diffusi dalla Corte dei Conti aggiornati al febbraio 2021, secondo i quali i percettori del reddito di cittadinanza che avevano instaurato un rapporto di lavoro dopo la domanda risultavano essere 152.673, ovvero il 14,5% del totale.
Tra l’altro la posizione del centrodestra è abbastanza compatta sul tema reddito di cittadinanza, anche Lega e Forza Italia sono in linea sulla necessità di destinare gran parte di quelle risorse alle fasce più disagiate, incentivando allo stesso tempo politiche di ricerca attiva di un posto di lavoro.
Tuttavia, anche all’indomani del verdetto delle urne, il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, ha dichiarato: "Il voto che ci è stato dato va tramutato in forza politica che avremo in Parlamento. Chi tocca il reddito troverà in noi una barriera insuperabile. Il Paese è in grande difficoltà, chi pensa di toccare il reddito di cittadinanza dovrà fare i conti con noi".
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