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Reddito di cittadinanza: cos'è, requisiti e a chi spetta
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In attesa di sapere se e come cambierà il reddito di cittadinanza con le elezioni 2022, scopriamo tutto quello che c’è da sapere sul sussidio: cosa è, a chi spetta, quali sono i requisiti necessari, come si calcola e quali sono le sanzioni previste.

A chi spetta il reddito di cittadinanza

Per percepire il reddito di cittadinanza bisogna avere almeno 18 anni (per gli over 65 è prevista la "pensione di cittadinanza") ed essere cittadini italiani, europei o lungo soggiornanti e risiedere in Italia da almeno 10 anni, di cui gli ultimi 2 consecutivi.

Chi richiede il reddito di cittadinanza non deve poi essere sottoposto a misura cautelare personale, anche adottata a seguito di convalida dell’arresto o del fermo, nonché esser stato condannato in via definitiva, nei dieci anni precedenti la richiesta.

Requisiti per il reddito di cittadinanza

A parte il dato anagrafico, i requisiti che danno diritto al reddito di cittadinanza prevedono che l’Isee non superi i 9.360 euro all'anno. Non solo, per il patrimonio mobiliare è previsto il tetto massimo dei 6.000 euro (che può essere sforato a seconda del numero dei componenti del nucleo familiare e dell'eventuale presenza di una persona disabile).

Nel patrimonio mobiliare per l’accesso al reddito di cittadinanza vengono conteggiati titoli di stato, BOT, CCT, azioni, buoni fruttiferi, fondi di investimento e simili. Nel patrimonio familiare sono inclusi anche i conti correnti, con riferimento al saldo al 31 dicembre dell'anno precedente oppure alla giacenza media sul conto se superiore al saldo.

Il patrimonio immobiliare, che già è presente nel modello Isee di un nucleo familiare, rappresenta un altro tassello restrittivo per ottenere il reddito di cittadinanza. Ad esclusione della prima abitazione, il nucleo familiare non deve possedere un patrimonio immobiliare superiore a 30.000 euro, come individuato ai fini Isee/Imu.

Nell'Isee viene poi, ovviamente, incluso il reddito prodotto dai componenti del nucleo familiare, che non deve superare i 6.000 euro annui per i single, 6.000 euro annui moltiplicati per la scala di equivalenza per i nuclei familiari composti di più persone, 7.560 euro annui per gli ultrasessantacinquenni e un massimo di 9.360 euro se il nucleo familiare vive in affitto.

Ai fini dell’erogazione del reddito di cittadinanza è necessario che nessun componente del nucleo possieda autoveicoli immatricolati negli ultimi 6 mesi di cilindrata superiore a 1.600 cc né motoveicoli immatricolati negli ultimi due anni di cilindrata superiore a 250 cc, né barche.

Calcolo reddito di cittadinanza

La scala di equivalenza è un concetto chiave per comprendere se si hanno i requisiti per ottenere il reddito di cittadinanza, che viene concesso non ai singoli ma al nucleo familiare. Il richiedente – per l'applicazione della scala di equivalenza – vale uno; ciascun ulteriore componente del nucleo anagrafico maggiorenne vale 0,4; ciascun minorenne vale 0,2 e il moltiplicatore massimo è pari a 2,1. La scala di equivalenza si applica sia per calcolare il requisito reddituale che per l'ammontare del reddito di cittadinanza erogato.

Una persona che vive da sola potrà percepire fino a 780 euro al mese di reddito di cittadinanza, 500 euro come integrazione al reddito più 280 euro di contributo per l’affitto (oppure 150 euro di contributo per il mutuo).

Una famiglia composta da 2 adulti e 2 figli minorenni, invece, avrà diritto fino a 1.180 euro al mese di reddito di rittadinanza: fino a 900 euro come integrazione al reddito più 280 euro di contributo per l’affitto (oppure 150 euro di contributo per il mutuo).

Mentre una famiglia composta da 2 adulti, 1 figlio maggiorenne e 1 figlio minorenne avrà fino a 1.280 euro di reddito di cittadinanza: fino a 1.000 euro mensili come integrazione al reddito più 280 euro al mese di contributo per l’affitto (oppure 150 euro di contributo per il mutuo).

Nel caso di una famiglia composta da 2 adulti, 1 figlio maggiorenne e 2 figli minorenni sono previsti fino a 1.330 euro al mese di reddito di cittadinanza: fino a 1.050 euro come integrazione al reddito più 280 euro di contributo per l’affitto (oppure 150 euro di contributo per il mutuo).

Domanda reddito di cittadinanza

La domanda per il reddito di cittadinanza, dopo l'emergenza sanitaria può essere effettuata anche online per chi è in possesso dello SPID o della CIE (carta d'identità elettronica). La richiesta può essere inoltrata nelle seguenti modalità:

  • presso Poste Italiane;
  • in modalità telematica, accedendo al portale www.redditodicittadinanza.gov.it;
  • presso i Centri autorizzati di Assistenza Fiscale (CAF) o i patronati;
  • in modalità telematica attraverso il sito INPS.

Come rinnovarre il reddito di cittadinanza

Il reddito di cittadinanza è concesso per un periodo massimo di 18 mesi, trascorsi i quali può essere rinnovato, previa sospensione di un mese. Pertanto - se permangono le condizioni di bisogno - a partire dal mese successivo a quello della scadenza è possibile presentare una nuova domanda.

Verificato il rispetto dei requisiti di legge, dal mese successivo alla presentazione della domanda il beneficio sarà accreditato per ulteriori 18 mesi. La procedura di presentazione delle domande di rinnovo è la stessa utilizzata per le nuove domande di reddito di cittadinanza.

Decadenza dal reddito di cittadinanza

Sono previsti alcuni casi al verificarsi dei quali il reddito di cittadinanza può essere perso o ridotto. Nel dettaglio, scatta la decadenza quando uno dei componenti il nucleo familiare:

  • non effettua la dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro;
  • non sottoscrive il Patto per il lavoro ovvero il Patto per l’inclusione sociale;
  • non partecipa, in assenza di giustificato motivo, alle iniziative di carattere formativo o di riqualificazione o ad altra iniziativa di politica attiva o di attivazione;
  • non aderisce ai progetti utili alla collettività, nel caso in cui il comune di residenza li abbia istituiti;
  • non accetta almeno una di tre offerte di lavoro congrue oppure, in caso di rinnovo, non accetta la prima offerta di lavoro congrua;
  • non comunica l’eventuale variazione della condizione occupazionale oppure effettua comunicazioni mendaci producendo un beneficio economico del Reddito di cittadinanza maggiore;
  • non presenta una DSU aggiornata in caso di variazione del nucleo familiare;
  • venga trovato, nel corso delle attività ispettive svolte dalle competenti autorità, intento a svolgere attività di lavoro dipendente, ovvero attività di lavoro autonomo o di impresa, senza averlo comunicato.

Chiunque presenti dichiarazioni o documenti falsi o attestanti cose non vere oppure ometta informazioni dovute è punito con la reclusione da 2 a 6 anni. È prevista, invece, la reclusione da uno a 3 anni nei casi in cui si ometta la comunicazione all’ente erogatore delle variazioni di reddito o patrimonio, nonché di altre informazioni dovute e rilevanti ai fini della revoca o della riduzione del beneficio. In entrambi i casi, è prevista la decadenza dal beneficio con efficacia retroattiva e la restituzione di quanto indebitamente percepito.

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