Oltre all’urgenza del decreto per il caro bollette, il nuovo governo Meloni dovrà occuparsi anche del tema previdenziale per evitare un ritorno completo alla legge Fornero. Nelle ultime ore si sta facendo largo l’ipotesi di un confronto sulle pensioni con quota flessibile. Scopriamo di cosa si tratta e quali potrebbero essere le principali novità.
Più che una vera e propria riforma delle pensioni, il governo Meloni starebbe pensando ad alcune modifiche per arrivare al superamento completo della legge Fornero un paso alla volta e in più anni. Le possibili soluzioni sul tavolo, secondo le ultime notizie, sono diverse e tutte (o quasi) sulla base di pensioni con quota flessibile.
Quota flessibile 102-103
Secondo le ultime notizie, tra le prossime pensioni anticipate potrebbe esserci quella con quota 102-103 flessibile, ovvero senza requisiti rigidi ma con una base di partenza che riguarda la soglia anagrafica di minimo 61-62 anni combinata con l’anzianità contributiva.
Cadrebbero quindi i paletti fissi per le pensioni anticipate con 64 anni e 38 di versamenti, facendo spazio a una quota flessibile che, per l’uscita dal mondo del lavoro, prevederebbe comunque una una soglia anagrafica minima di 61-62 anni.
Quota 41
La cosiddetta pensione anticipata con quota 41 per tutti è uno dei cavalli di battaglia della Lega almeno da un paio di anni. Si tratta di un’ipotesi che piace anche ai sindacati ma costerebbe molto per i conti pubblici. Per questo di pensa a un’opzione in cui si preveda un requisito anagrafico, 61 o 62 anni, che di fatto darebbe luogo a una quota 102-103.
Opzione uomo
Si sente parlare, sempre più insistentemente, della pensione anticipata con opzione uomo. Ma cosa significa? Andiamo con ordine, il governo Meloni (come i suoi predecessori) vuole confermare e prorogare opzione donna (a 58 anni, 59 se lavoratrici autonome, e 35 di versamenti con il ricalcolo contributivo dell’assegno).
Il governo Meloni, tuttavia, vorrebbe rendere strutturale questa misura strutturale allargandola anche alla platea maschile. Da qui il nome quota uomo, che prevederebbe tuttavia dei diversi requisiti, alzando la soglia anagrafica ad almeno 60 anni o più.
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