Lo sconto in fattura per i lavori di ristrutturazione è diventato molto popolare, ma non è esente da rischi: ecco i più comuni.
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Ristrutturare casa con lo sconto in fattura
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Lo sconto in fattura è sempre più richiesto per gli interventi di ristrutturazione degli immobili, ma spesso se ne sottovalutano i rischi. Divenuto molto popolare con il Superbonus al 110%, e di recente abrogato sulle detrazioni al 50% per le ristrutturazioni svolte nel 2023, non stupisce che questo incentivo abbia attirato le curiosità dei più.

Grazie allo sconto in fattura, è infatti possibile cedere il credito accumulato con lo Stato alla società che esegue i lavori, ottenendo una decurtazione immediata sulla spesa pari alle detrazioni IRPEF di cui si ha diritto.

Eppure, per quanto sulla carta questa proposta appaia decisamente interessante, non mancano rischi e incidenti di percorso. Tra chi si è trovato a dover corrispondere l’intera somma di ristrutturazione per intoppi burocratici, e aziende che non sono riuscite a riscuotere il credito di cui avevano diritto, la strada è decisamente tortuosa.

Cos'è lo sconto in fattura?

Prima di analizzare i rischi per committenti e aziende dello sconto in fattura, è utile fare un passo indietro. Cosa è infatti questa misura e come funziona?

Da diversi anni a questa parte, per alcune tipologie di interventi di ristrutturazione degli immobili sono previsti dei bonus, di norma sotto forma di detrazioni IRPEF. L’entità di queste detrazioni viene stabilita di anno in anno, solitamente con la Legge di Bilancio, allo scopo di incentivare i proprietari ad avviare ristrutturazioni su edifici che necessitano di interventi mirati o, ancora, poco efficienti dal punto di vista energetico. In assenza di possibilità alternative, la detrazione IRPEF di cui si ha diritto viene rateizzata su un periodo di 10 anni.

Ristrutturazione casa
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Con il Decreto Rilancio del 2020 - ovvero il Dl 34/2020 - è stata introdotta la possibilità di accedere allo sconto in fattura, ovvero la possibilità di cedere il proprio credito alla società che si occupa della ristrutturazione, per vedersi stornata immediatamente la somma sulla spesa per i lavori. In altre parole, il cliente approfitta di uno sconto immediato e sarà l’impresa, invece, a ottenere dallo Stato il pagamento dei crediti accumulati sotto forma di detrazioni.

Come già anticipato, il Superbonus al 110% è stato uno dei primi incentivi a prevedere lo sconto in fattura, seguito dall’Ecobonus al 65% e dall’attuale bonus al 50%, per gli interventi eseguiti prima del 16 febbraio 2023. Ma come funziona, nei fatti?

Un esempio pratico di sconto in fattura

Per comprendere più agilmente il funzionamento di questa modalità, è utile un esempio pratico di sconto in fattura. Si ipotizzi di voler eseguire un intervento di ristrutturazione nel proprio immobile, del valore di 10.000 euro, approfittando dell’attuale Bonus Ristrutturazione al 50%.

In presenza di tutti i requisiti necessari, il proprietario dell’immobile ha diritto a una detrazione IRPEF del 50%, pari a 5.000 euro. La riscossione di questo credito si può tradurre in:

  • una detrazione IRPEF di 5.000 euro, con relativa rateizzazione;
  • la cessione del credito all’azienda che esegue i lavori, per ottenere uno sconto in fattura immediato di 5.000 euro. A questo punto, l’azienda stessa diventerà titolare del credito accumulato e lo incasserà secondo la normativa vigente.

I rischi dello sconto in fattura

Come spiegato in apertura, quello dello sconto in fattura è un percorso abbastanza tortuoso. Possono esserci infatti intoppi burocratici che impediscono di ricevere la detrazione prevista  o, ancora, ritardi nei pagamenti dei crediti da parte delle società. In definitiva, chi rischia con lo sconto in fattura?

I rischi per il committente

Si parta dai committenti, ovvero i proprietari che si affidano ad aziende edili per eseguire lavori di ristrutturazione sui loro immobili. Come facile intuire, lo sconto in fattura rappresenta un interessante vantaggio poiché, anziché rateizzare la detrazione in un arco di dieci anni, il rientro dalla spesa è immediato. I rischi non sono però da escludere:

  • Documentazione errata: per poter accedere allo sconto in fattura, il committente deve produrre una lunga serie di documenti, tra cui il visura catastale, il modulo di richiesta IVA agevolata, il visto di conformità, l’attestazione energetica APE all’inizio e alla fine dei lavori in presenza di bonus basati sull’efficientamento energetico e molti altri ancora. Un errore in uno di questi documenti, oppure la mancata presentazione, portano alla perdita del bonus. E spesso l’intoppo appare quando i lavori sono già ben che avviati;
  • Lavoro di bassa qualità: di norma, i bonus prevedono specifiche scadenze temporali. In altre parole, i lavori devono essere terminati entro una certa data, altrimenti non si potrà accedere alle relative agevolazioni. Negli ultimi anni, in particolare con il SuperBonus al 100%, sono emersi diversi casi di committenti che si sono pubblicamente lamentati di lavori di bassa qualità oppure frettolosi, poiché l’azienda prescelta si è vista costretta a ridurre al minimo le tempistiche pur di non perdere il bonus. Questo è accaduto soprattutto per coloro che, anziché scegliere le società più note e referenziate del mercato, si sono fatti ammaliare da aziende nate da poco proprio a questo scopo, spesso con una non sufficiente esperienza sul campo;
  • Errori e perdita del bonus: anche in presenza di tutta la relativa documentazione, possono emergere intoppi nell’ottenimento del bonus. Lo sconto in fattura prevede controlli non solo all’avvio dei lavori, ma anche al termine. E, in caso di errori che portano alla perdita dei benefici accordati, il DL 34/2020 specifica che la spesa sia totalmente a carico del committente.

I rischi per aziende e imprese edili

Non solo i committenti, anche le aziende edili che prendono in carico i lavori di ristrutturazione si espongono a rischi. In particolare:

  • Pagamenti non saldati: i bonus edilizi hanno spinto un numero molto elevato di proprietari a richiedere interventi di ristrutturazione per i loro immobili. Ciò ha inevitabilmente portato a un aumento delle imprese che si sono trovate con fatture non saldate, dopo aver concesso lo sconto in fattura;
  • Difficoltà nel recuperare le detrazioni: proprio data l’elevata richiesta, a livello burocratico i tempi per il recupero delle detrazioni potrebbero essere decisamente dilungati, lasciando così l’azienda che ha condotto i lavori a dover gestire un debito. Questo perché comunque è l’impresa che anticipa i costi per i materiali e la manodopera, di conseguenza il lento rientro del bonus rappresenta un problema da prendere in considerazione;
  • Tempistiche ristrette: poiché i bonus sono sempre legati a vincoli temporali, il committente potrebbe insistere nell’accelerazione dei lavori, sottoponendo le imprese a una grande pressione. Ciò può aumentare il rischio di errori in fase di ristrutturazione.

I dubbi più comuni sullo sconto in fattura

Di fronte a una misura così interessante, ma anche così complessa come quella dello sconto in fattura, è naturale che sorgano dubbi e preoccupazioni. Quali sono i più comuni?

Cosa si rischia con lo sconto in fattura?

Come già anticipato, lo sconto in fattura ha sia rischi per il committente che per l’impresa che eseguirà i lavori.

Lavori di ristrutturazione
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Nel primo caso, il problema più comune è quello di documentazioni mancanti o errori nel processo burocratico di richiesta dell’incentivo, che possono inibire in itinere la possibilità di fruire del bonus. Ancora, ci si può esporre a lavori di bassa qualità se non si scelgono aziende sufficientemente referenziate, allo scopo di eseguire gli interventi in poco tempo. Per le imprese, invece, vi è non solo il rischio che i committenti non paghino le fatture, ma anche quello di dover gestire un debito a lungo, considerate le tempistiche dilungate di rientro delle detrazioni.

Chi fa lo sconto in fattura come recupera il credito?

La società che applica lo sconto in fattura, quindi destinataria della cessione del credito da parte del committente, diventa titolare delle detrazioni accumulate. Queste vengono recuperate secondo le modalità previste dalla legge, in genere restituite in sede di dichiarazione fiscale. In alcuni casi, possono essere presenti anche istituti di credito come destinatari, i quali saldano il debito con l’impresa edile e recuperano poi il credito dallo Stato.

Chi fa la comunicazione all’Agenzia delle Entrate per lo sconto in fattura?

La comunicazione all’Agenzia delle Entrate sullo sconto in fattura deve essere effettuata dal beneficiario, quindi dal committente. È possibile anche delegare un intermediario abilitato, come ad esempio il commercialista o l’esperto contabile.

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