
Il contribuente che non effettui il pagamento della TARI può subire la notifica dell’avviso di accertamento esecutivo nei suoi confronti. Questa procedura scatta per intimare l'inadempiente a mettersi in regola nel versamento dei tributi.
Sulle somme non versate si calcolano le sanzioni e gli interessi previsti dalla normativa. Anche la tassa sui rifiuti, come l’Imposta municipale unica (Imu), ha cadenza annuale con data di scadenza variabile a seconda del Comune di riferimento. Tuttavia, negli ultimi mesi il governo ha provveduto ad abbreviare i termini dei pignoramenti e delle azioni esecutive. Pertanto, la riforma apre nuovi scenari su cosa succede se non paghi la TARI.
- Chi non paga la TARI cosa rischia?
- Tassa sui rifiuti, come calcolare interessi e sanzioni
- Quando va in prescrizione la TARI non pagata
- TARI non pagata: cosa succede dopo 5 anni
- Interruzione prescrizione della Tari: ecco un esempio
- Cosa pignorano se non paghi la TARI
- Tassa sui rifiuti, chi sono gli eredi obbligati a pagarla
- Tari non pagata: quando si può rateizzare
- In che modo si può pagare la TARI
Chi non paga la TARI cosa rischia?
Il mancato pagamento della TARI comporta un primo avviso di sollecito da parte del Comune. Nel caso di ulteriore mancato versamento della tassa sui rifiuti, il Comune passa all’avviso di accertamento, con relativa applicazione di sanzioni e interessi. Al trascorrere di 60 giorni dalla data di notifica dell’avviso, si aprono le procedure di riscossione coattiva.
Tassa sui rifiuti, come calcolare interessi e sanzioni
Il decreto legge 471 del 1997 stabilisce le modalità di calcolo di interessi e sanzioni per il ritardato versamento dell'imposta sui rifiuti. Nel dettaglio, le sanzioni si determinano per ogni giorno di ritardo all'aliquota:
- dello 0,1% entro i 14 giorni successivi alla scadenza;
- dell’1,5% per pagamenti in ritardo tra i 15 e i 30 giorni;
- dell’1,67% per pagamenti tra i 30 e i 90 giorni;
- del 3,75% per pagamenti tra 90 giorni e un anno;
- del 30% per pagamenti dopo un anno.
Inoltre, all’importo della sanzione si sommano gli interessi e, nel caso di riscossione coattiva, anche i relativi oneri.
Quando va in prescrizione la TARI non pagata
Il limite temporale fissato dalla legge per la prescrizione della TARI non pagata è di 5 anni. La Cassazione, con la sentenza numero 17667 del 26 luglio 2024, ha confermato tale termine differenziandolo dal mancato pagamento dei tributi verso l’Erario, la cui prescrizione opera dopo 10 anni.
TARI non pagata: cosa succede dopo 5 anni
Il mancato pagamento della TARI per un periodo superiore a 5 anni conduce, dunque, alla prescrizione della tassa sui rifiuti. Ciò significa che, decorso il termine, non c'è più bisogno di pagare la TARI e il Comune non può più richiederne il versamento.
Inoltre, è necessario prestare attenzione alle modalità di calcolo del periodo di decorrenza. Infatti, i 5 anni devono essere conteggiati a partire dal 1° gennaio successivo all’anno in cui il debitore avrebbe dovuto pagare la tassa sui rifiuti. Ad esempio, se la scadenza di pagamento della TARI era fissata nell’anno 2018, il termine di decorrenza dei 5 anni inizia il 1° gennaio 2019 per concludersi il 1° gennaio 2024.

Interruzione prescrizione della Tari: ecco un esempio
Nel caso in cui il periodo di 85 giorni, dal 9 marzo al 31 maggio 2020, si collochi all'interno dei 5 anni, è necessario aggiungerlo e far slittare la prescrizione. Si tratta della sospensione della prescrizione dovuta all'emergenza Covid. Nell'esempio fatto, pertanto, la prescrizione decorre dal 26 marzo 2024.
La prescrizione, che si esercita presentando una domanda di sgravio dal pagamento della TARI in autotutela, può essere interrotta dal Comune mediante una qualsiasi formale richiesta di pagamento. Pertanto, la ricezione di una cartella esattoriale fa ripartire dall’inizio il conteggio dei 5 anni.
Ad esempio, l’invio di una cartella esattoriale durante il terzo anno di mancato pagamento della TARI comporta l’azzeramento, da quel momento, del conteggio per arrivare alla prescrizione.
Cosa pignorano se non paghi la TARI
Il mancato pagamento della TARI nel termine di 60 giorni dalla data di notifica dell'avviso di accertamento ha quale conseguenza l’applicazione delle azioni di riscossione coattiva da parte del Comune. L'ente locale può adottare, nei confronti del contribuente inadempiente:
- il fermo amministrativo del veicolo;
- il pignoramento del conto corrente, dello stipendio o della pensione;
- l’ipoteca sull’immobile;
- la denuncia penale nel caso in cui il debito dovesse superare la somma di 30mila euro.
Tassa sui rifiuti, chi sono gli eredi obbligati a pagarla
Agli eredi di un parente defunto potrebbe essere notificata un’ingiunzione di pagamento della tassa sulla spazzatura non pagata. In linea di massima, l’erede potrebbe essere chiamato al pagamento della TARI, soprattutto se l’eredità sia stata accettata “pura e semplice”. Nel caso di accettazione dell'eredità “con beneficio di inventario”, si ritiene che l’erede sia debitore solo nei limiti dei beni ricevuti.
Tari non pagata: quando si può rateizzare
La legge di Stabilità 2014 chiarisce che devono pagare la tassa sui rifiuti i contribuenti che “posseggono o detengono, a qualsiasi titolo, locali o aree scoperte, a qualsiasi uso adibiti, suscettibili di produrre rifiuti urbani. In caso di pluralità di possessori o di detentori, essi sono tenuti in solido all’adempimento dell’’unica obbligazione tributaria”.
Ci si può mettere in regola con il pagamento della TARI provvedendo al versamento di quanto dovuto. La regola fondamentale è quella di procedere al versamento con tempestività, pagando spontaneamente l’importo previsto, comprensivo di eventuali sanzioni e interessi.
Il pagamento della tassa nel 2025 avverrà seguendo regole analoghe a quelle applicate negli scorsi anni per quanto concerne le tariffe Tari, le esenzioni e i bonus. Inoltre, come prevede la Legge di Stabilità del 2014 che l'ha istituita, ciascun Comune ha la facoltà di stabilire la scadenza per il pagamento della tassa sui rifiuti e le modalità di versamento.
In che modo si può pagare la TARI
Proprio per questo motivo, i cittadini devono essere messi a conoscenza dei termini per il versamento dell’acconto o del saldo della TARI. Di regola, il pagamento può avvenire in un’unica soluzione o in più rate (solitamente tre, una entro la fine di aprile, una entro luglio e il saldo finale tra novembre e dicembre).
La possibilità di rateizzare il pagamento dell'imposta deve essere verificata sul portale istituzionale del proprio Comune. Il versamento può essere effettuato utilizzando il modello F24, con codice tributo 3944. In alternativa, si possono utilizzare il bollettino postale e il MAV. Infine, si ricorda che è importante utilizzare i codici TEFA, TEFN e TEFZ che indicano il versamento di tributi, interessi e sanzioni.

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