Con l’approvazione in Commissione Finanze della Camera di un emendamento al decreto fiscale (D.l. 84/2025), il 29 luglio scorso il governo italiano è intervenuto sui requisiti che determinano l’accesso all’esenzione sull’Imposta Municipale Unica (IMU) degli impianti sportivi usati dagli enti non commerciali. Il regime agevolato prevede, quindi, che debbano essere rispettati alcuni presupposti fondamentali al fine di applicare l’esenzione.
Tra questi la natura dell’ente e l'inquadramento dell'eventuale corrispettivo ricevuto dalle strutture per l’esecuzione delle attività sportive. Partendo dall’approvazione dell’emendamento, ecco quindi com’è regolato il pagamento dell’Imu sugli impianti sportivi e quali possono fruire dell’esenzione.
Quali sono gli edifici esenti da IMU
L’Imu è l’imposta dovuta per il possesso di fabbricati, a esclusione delle abitazioni principali classificate nelle categorie catastali diverse da A/1, A/8 e A/9, aree fabbricabili e terreni agricoli. Tuttavia, tra i vari immobili esenti dall’imposta, si distinguono gli edifici utilizzati dagli enti non commerciali, destinati esclusivamente allo svolgimento di attività di tipo:
- assistenziale, previdenziale e sanitaria;
- di ricerca scientifica e didattica;
- ricettiva, culturale, ricreativa e sportiva;
- religiosa o di culto.
Riguardo alle attività sportive, l’emendamento al decreto legge fiscale (D.L. 84/2025) a favore delle Associazioni Sportive dilettantistiche (ASD) e delle Società Sportive Dilettantistiche (SSD), introduce un correttivo fiscale che interviene sui requisiti che consentono di accedere all’esenzione Imu in ambito sportivo.
Pertanto, l’esenzione spetta sull’imposta dovuta sugli immobili usati dagli enti non commerciali per svolgere le attività di tipo sportivo, solo in modalità non commerciale.
Esenzione Imu ASD: come funziona
Nel testo dell’emendamento approvato in sede di conversione del decreto fiscale 84/2025, si riconoscono vari presupposti affinché possa operare l’esenzione dell’Imu alle SSD e a tutte le altre associazioni sportive di tipo dilettantistico.
In primis, si richiede a tutti gli enti non commerciali di essere regolarmente iscritti al Registro Nazionale delle Attività Sportive (RASD) istituito ai sensi del decreto legislativo 39 del 2021. Inoltre, affinché gli enti svolgano un'attività non commerciale, occorre che i propri servizi siano offerti:
- gratuitamente;
- dietro pagamento di un corrispettivo del tutto simbolico;
- dietro versamento di un importo non superiore al 50% dei prezzi medi applicati per attività simili svolte a scopo di lucro da società sportive presenti nel territorio.
L’esenzione dell’Imu del decreto fiscale, peraltro, si applica alle ASD e SSD per gli immobili di loro proprietà destinati interamente alle attività sportive di tipo non professionistico e senza scopi di lucro. Pertanto, dallo svolgimento di queste attività non ne deve derivare un reddito commerciale o, in caso di entrate, queste devono essere del tutto marginali rispetto all’impronta non lucrativa che si è data l’associazione sportiva.
Le palestre pagano l’IMU?
Gli impianti, all’interno dei quali si svolgano attività sportive, sono esonerati dall'imposta se rispettano le condizioni fissate dal decreto fiscale 84/2025. Per esempio, le palestre fruiscono dell'esenzione dell'Imu. Per quanto riguarda gli impianti sportivi comunali dati in concessione agli enti del terzo settore o alle associazioni sportive dilettantistiche, vige l’esenzione Imu per le parti degli immobili non adibite a utilizzi di tipo commerciale.
Inoltre, le associazioni e le società sportive dilettantistiche godono dell’esenzione dal pagamento dell’Imu anche su un campo sportivo posseduto da un ente non commerciale per l’esercizio delle attività elencate alla lettera i), del comma 1, dell’articolo 7, del decreto legislativo 504/1992, purché svolte in modalità non commerciale.
Corrispettivi medi attività sportive: come devono essere rilevati
L’articolo 6-bis rubricato "Disposizioni in materia di esenzione dall’imposta municipale propria per lo svolgimento di attività sportive" ha individuato le modalità con le quali i Comuni devono determinare e rendere pubblici i corrispettivi medi delle attività sportive svolte in modo concorrenziale nel territorio di riferimento, in modo da rispettare le condizioni utili per l’esenzione dall’Imu per gli immobili posseduti e utilizzati dagli enti sportivi. L’individuazione dei corrispettivi medi deve avvenire, pertanto:
- anno per anno;
- consultando le rappresentanze sportive presenti sul territorio;
- pubblicando gli importi sul portale istituzionale del comune.
Per l’anno in corso, e in attesa che le amministrazioni comunali si adattino alle nuove regole, il decreto ha previsto un periodo transitorio durante il quale le ASD e le SSD, per fruire dell’esenzione Imu, devono semplicemente risultare iscritte al Registro Nazionale delle Attività Sportive (RASD).
Esenzione Imu alle società sportive dilettantistiche: modello fac simile
In riferimento al profilo soggettivo, la lettera i), del comma 1, dell’articolo 7, del decreto legislativo 504/1992 richiama i soggetti di cui alla lettera c), del comma 1, dell’articolo 73 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR), ovvero gli enti pubblici e privati differenti dalle società che non hanno come scopo esclusivo quello di svolgere un’attività commerciale.
Nell’elenco di queste società rientrano quelle sportive dilettantistiche che, in qualità di enti non commerciali, sono tenute a presentare un modello di dichiarazione, del quale su internet è reperibile un fac simile, da presentare per ottenere l’esenzione Imu.
La dichiarazione deve essere compilata per tutti gli immobili in possesso dell’ente e presentata al Comune presso il quale si trovino entro il 30 giugno dell’anno successivo a quello nel quale:
- il possesso abbia avuto inizio;
- siano intervenute modifiche di una certa rilevanza ai fini della determinazione dell’Imu.
Come vengono tassati i complessi sportivi nel 2025
Non sempre, dunque, si può fruire dell’esenzione dal pagamento dell’Imu secondo quanto prevede il decreto 84/2025. Nei casi in cui, per esempio, le attività svolte negli immobili siano prevalentemente a carattere commerciale, l’Imu è dovuta e si calcola nella seguente maniera:
- si parte dalla rendita catastale attribuita all’immobile e la si rivaluta;
- la rivalutazione avviene nella percentuale del 5% e si moltiplica per il coefficiente stabilito per la specifica categoria catastale alla quale si riferisce ai fini dell'Imu;
- al risultato si applica l’aliquota ordinaria fissata nella misura tra il 7,6 e l’8,6 per mille a discrezione del Comune dove si trovi l’immobile.
Il pagamento dell’Imu avviene in due rate, aventi scadenza il 16 giugno (versamento dell’acconto) e il 16 dicembre (saldo). Per effettuare il versamento deve essere utilizzato il modello F24.
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