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Dici stadio e pensi alla partita da guardare, al parcheggio e, al massimo, al chiosco in cui prendere uno spuntino. Ma lo sport, visto con gli occhi di un imprenditore real estate, può diventare davvero un mondo tutto da costruire. Roberto Busso, ad di Gabetti Property Solutions, di recente nominato presidente della Salernitana, lo sa bene e ha già tante idee pronte per essere concretizzate. Come, lo ha spiegato ai microfoni di idealista/news.

“Un’asset class diversa, quella delle infrastrutture sportive, - afferma Busso. - Abbiamo sempre visto gli stadi come il luogo in cui si guardano le partite, quindi le infrastrutture sono sempre state percepite come quelle necessarie al club e ai tifosi che li seguono.

Ma gli immobili valgono tanto quanto rendono, quindi, per poter essere redditizi, gli stadi non possono essere solo usati per quindici giorni all’anno,

ma diventare dei contenitori di eventi che durano tutto il tempo, con tutto ciò che ne consegue in termini di infrastrutture e di contesto urbano: parcheggi, alloggi, sanità, negozi, ristoranti, centri congressi e centri formazione che potrebbero trovare spazio all’interno della stessa struttura sportiva”.

Come mai lo stadio non è stato mai visto in questi termini?

Perché gli stadi al 90 per cento sono di proprietà comunale o delle federazioni, ma sono percepiti come di utilità pubblica. Ovviamente poi i soldi per il loro mantenimento mancano, perché il ricavato dei biglietti va a sostentare il club e lo staff, ma non c’è mai stata una logica di messa a reddito di queste strutture.

Il che significa che abbiamo davanti una prateria da conquistare

potenzialmente parliamo di una soluzione ad un problema di finanza pubblica perché lo stadio, invece di pesare sulle casse del Comune, diventa una ricchezza che rende. Ma per questo occorrono concessioni che non durino dieci anni ma cinquanta, in modo che l’infrastruttura possa essere patrimonializzata da una società che ne garantisce il corretto uso e manutenzione, e il conseguente rendimento.

Siete dei pionieri?

L’idea ovviamente non è solo nostra, altri operatori si stanno muovendo in questo senso, ma c’è davvero tanto da fare quindi ce n’è per tutti. Ci aspettano gli appalti del nuovo stadio di Taranto per i Giochi del Mediterraneo, l’appalto per la costruzione dello stadio di Salerno, alcuni stadi di proprietà che sono oggetto di trasformazione, vedi a Roma e a Milano le cui questioni sono sotto gli occhi di tutti, lo stadio nuovo del Venezia che porta con sé il collegamento con l’aeroporto e l’alta velocità. Parliamo quindi di una potenziale rete di infrastrutture pazzesca che può influenzare pesantemente i valori immobiliari delle varie zone con costruzioni che sono correlate allo sport, ma hanno anche un valore proprio.

L’idea vale solo per il calcio?

Non parliamo solo di calcio; ci sono anche altri sport come il ciclismo con le piste indoor, in Italia ne abbiamo solo tre ma potenzialmente potrebbero essere molte di più, come per qualsiasi sport indoor. Le Olimpiadi quest’anno hanno dimostrato quanto sia grande la voglia di sport; e noi, che facciamo real estate, ce ne rendiamo conto e immaginiamo un mondo in cui tutto questo diventa un’attività umana che ha necessità di avere un involucro che le consenta di essere svolta e fruita nel migliore dei modi. E noi siamo proprio qui per realizzare quell’involucro.

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