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L'euro, sotto quota 1,27 dollari, è tornato ai livelli di settembre 2012 con una flessione del 9% rispetto ai massimi dell'8 maggio e se il cambio continuasse a scendere a questo ritmo fino al prossimo maggio perderebbe il 22% del proprio valore. Vediamo quali sono le ragioni di questa caduta

- Nuova politica della bce: le nuove iniziative della banca centrale europea - dai tagli dei tassi agli tltro, ai prossimi acquisti di abs - sono state prese guardando all'euro forte, una delle cause della bassa inflazione. Adesso un cambio deprezzato può incentivare l'export e far salire i prezzi dei beni importati

- Politica monetaria della fed: ad incidere anche la svolta nella politica monetaria della fed, che sta terminando gli acquisti di titoli di stato e preparando un rialzo dei tassi. La divergenza tra la politica monetaria ue e quella usa invita gli operatori a vendere euro e comprare dollari. Gli investitori si indebitano a tassi bassi in europa, vendono gli euro e acquistano titoli con rendimenti più interessanti altrove

- Le aspettative: la divergenza tra le politiche monetarie era evidente da inizio 2013, ma solo da luglio l'euro ha iniziato a calare. Secondo aroop chatterjee di barclays, il cambio euro/dollaro è sensibile, in questa fase, ai tassi a un anno sulle due sponde dell'atlantico, quindi ai cambiamenti imminenti della politica monetaria. La base monetaria bce, inoltre, ha ripreso a salire solo a luglio e forse non è un caso che alla sua discesa da luglio 2012 si sia legato un apprezzamento del cambio effettivo

- Ripresa fragile: ad alimentare il deprezzamento dell'euro e l'apprezzamento del dollaro c'è poi una prospettiva di una crescita più rapida negli stati uniti e una ripresa debole in europa

- Il destino dell'euro: le previsioni sui cambi variano da analista ad analista, barclays parla di un euro/dollaro a quota 1,10 entro un anno; citigroup a 1,15; morgan stanley a 1,20 nello scenario base, con due scenari meno probabili a 1,05 e 1,28; la bank of tokyo-mitsubishi a 1,22

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