L’era dei tassi zero è finita. Negli Stati Uniti il processo di normalizzazione è già partito, mentre in Europa la Bce resta al momento ferma, anche se lancia segnali per preparare il mercato. Tanto che i rendimenti hanno già ripreso a salire. Come attrezzarsi a investire?
Cosa succede se la Fed aumenta i tassi
Il governatore della Fed Janet Yellen, dopo aver portato nell’ultimo anno e mezzo i tassi ufficiali dallo 0,5% all’1,25% (l’ultimo rialzo è di metà giugno), si è mostrata prudente quanto al futuro. “Addizionali strette graduali sono probabilmente appropriate nel corso dei prossimi anni per sostenere l’espansione economica e ritorni dell’inflazione all’obiettivo ideale del 2%”.
Insomma, il trend al rialzo proseguirà, con l’obiettivo di evitare un’impennata dei prezzi, ma senza strappi. Intanto nell’Eurozona Mario Draghi ha abbandonato i toni preoccupati e indica uno scenario in via di rasserenamento, caratterizzato da un consolidamento della crescita economica (seppur su livello contenuti) e un’accelerazione dell’inflazione. Così ha indicato la nuova rotta: la politica monetaria della Bce tenderà a farsi sempre meno espansiva via via che la ripresa tenderà a irrobustirsi. Il mercato ha colto il messaggio e, come da tradizione, si è mosso in anticipo spingendo in alto i rendimenti dei titoli obbligazionari.
Detto che il trend dei tassi è orientato al rialzo, si pone un problema di non poco conto per l’investitore. Avere oggi in tasca un titolo obbligazionario significa rischiare un suo deprezzamento, quando sul mercato arriveranno nuove emissioni più remunerative (perché i tassi di mercato sono legati a quelli ufficiali). Non ci sono problemi per chi intende portare i bond fino a scadenza, ma potrebbero esservi per quanti invece prevedono di rivenderli prima.
Le conseguenze sugli investimenti
Chi oggi investe in un BTp deve essere consapevole che il rendimento lordo si aggira poco sopra il 2% per la scadenza decennale, mentre scende sensibilmente per le durate più brevi. Allora, se si vogliono ancora ottenere cedole interessanti non restano che due strade: puntare sulle obbligazioni high yield, che possono offrire anche il 5-6% annuo, con l’altra faccia della medaglia costituita dal fatto che i titoli sono emessi da società reputate non molto solide dal mercato, oppure optare per le emissioni inflation linked, che in partenza offrono rendimenti contenuti, ma con la possibilità di maggiorazioni in caso di accelerazione dei prezzi al consumo. Opzioni da prendere in considerazione senza mai dimenticare la regola base degli investimenti che è la diversificazione, indispensabile per evitare di correre rischi eccessivi.
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