
Il settore delle costruzioni edili va incontro a trasformazioni future, che sono già presenti: efficienza energetica, transizione green, intelligenza artificiale, rappresentano le chiavi di volta per i nuovi investimenti immobiliari. Luca Guffanti, amministratore delegato di Ginvest, gruppo specializzato nel settore delle costruzioni edili, ed ex presidente di Ance Lombardia, fa il punto della situazione.
Quanto vale il settore delle costruzioni nell’economia?
Da operatore del settore immobiliare, posso sottolineare che l’economia delle costruzioni svolge, sempre più, un ruolo strategico in tutti i Paesi, visto che copre un’ampia gamma di progetti, tra cui l’edilizia residenziale, commerciale, industriale, di ingegneria civile e istituzionale, con molteplici attori coinvolti come architetti, ingegneri, appaltatori, fornitori. E non dimentichiamo poi gli effetti paralleli in altri comparti come l’AI che è molto in auge in questo periodo e che per funzionare necessita di infrastrutture realizzate proprio dalle aziende costruttrici.
Cosa guida oggi la domanda immobiliare?
La crescita demografica e l’urbanizzazione fanno incrementare la domanda di nuovi complessi residenziali, strutture commerciali e in infrastrutture pubbliche. Questo fenomeno di urbanizzazione si traduce in una maggiore densità di popolazione e rende necessario lo sviluppo di sistemi di trasporto come strade, ponti e reti per migliorare la mobilità e la connettività tra le aree urbane. Ma anche scuole, centri sanitari, spazi verdi e servizi. Secondo la Banca Mondiale, entro il 2045 si prevede che la popolazione che abiterà in aree urbane a livello globale crescerà fino a 6 miliardi, con un aumento di 1,5 volte rispetto ad oggi. Aumenterà anche la popolazione complessiva, le Nazioni Unite stimano che nei prossimi 60 anni possa raggiungere il picco di 10,3 miliardi di persone.
Come evolve il settore delle costruzioni, di conseguenza?
Non si costruirà più come una volta. Già oggi la trasformazione digitale e l’adozione della Building Information Modelling (BIM) sta rivoluzionando l’intero settore, incorporando tecnologie d’avanguardia per aumentare l’efficienza e la precisione dei vari progetti. La previsione è che il Nord America, che già oggi detiene una quota significativa del mercato dell’industria edile, vedrà la crescita più rapida. I mega progetti in corso e gli investimenti governativi sono i principali driver. Nel 2023, per esempio, il Governo degli Stati Uniti ha investito oltre 220 miliardi di dollari per supportare oltre 32.000 progetti in 4.500 comunità in 50 stati.
Cosa succederà con le nuove norme Ue in materia di “green”?
L’UE ha approvato la direttiva sulla prestazione energetica degli immobili (Energy Performance of Buildings Directive, EPBD) e che porterà nuovo slancio al settore. Certo per comprendere bene le conseguenze sul mercato immobiliare italiano, così come negli altri Paesi UE, sarà necessario attendere le normative nazionali, per le quali i singoli Stati hanno a disposizione due anni. Ritengo però sottolineare che sia importante che in queste normative si raggiunga l’equilibrio tra la sostenibilità economica degli incentivi fiscali di lungo periodo e la sostenibilità ambientale del patrimonio immobiliare. L’obiettivo è chiaro, lungimirante e indubbiamente condivisibile: ridurre le emissioni di CO2 a effetto serra e il consumo energetico entro il 2030, traguardo che permetterebbe di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, che vuol dire immobili a emissioni zero, i Net Zero Energy Buildings. Si tratta di costruzioni totalmente autosufficienti dal punto di vista energetico in grado di soddisfare il proprio fabbisogno senza immettere nell’atmosfera eccessi di carbonio e gas serra.
Cosa orienta oggi gli investimenti immobiliari?
Da quanto detto fino a questo momento, mi permetto, come operatore del settore immobiliare di enfatizzare la strategicità, anche da un punto di vista dell’investimento finanziario delle società che operano nel settore delle costruzioni soprattutto in un’ottica di lungo periodo. E infatti, oggi questo tipo investimento sta diventando sempre più centrale nei portafogli degli investitori, sia privati sia istituzionali. Non parliamo più di un investimento di nicchia ma di una parte importante della asset allocation di lungo periodo.
per commentare devi effettuare il login con il tuo account