Nel mese di gennaio le retribuzioni sono risultate ferme su base mensile e in aumento dello 0,7% su base annua. E’ quanto ha reso noto l’Istat con riferimento ai principali macrosettori. L’incremento tendenziale è dell’1% per i dipendenti del settore privato e nullo per quelli della pubblica amministrazione, a causa del blocco della contrattazione.
I settori che a gennaio 2016 hanno presentato gli incrementi tendenziali maggiori sono:
- tessili, abbigliamento e lavorazione pelli (2,5%);
- commercio ed energia elettrica e gas (entrambi 1,9%);
- agricoltura (1,8%).
Variazioni nulle, invece, sono state registrate nei settori:
- credito e assicurazioni;
- telecomunicazioni;
- metalmeccanica;
- tutti i comparti della pubblica amministrazione.
Dall’analisi è inoltre emerso che alla fine di gennaio 2016 i contratti collettivi nazionali di lavoro in vigore per la parte economica riguardavano il 37,4% degli occupati dipendenti e corrispondevano al 35,5% del monte retributivo osservato.
Tra i contratti monitorati dall’indagine, nel mese di gennaio è stato recepito un nuovo accordo mentre 13 sono scaduti. Contestualmente, la quota dei dipendenti in attesa di rinnovo è risultata pari al 62,6% nel totale dell’economia e al 51,7% nel settore privato. Per i lavoratori con il contratto scaduto l’attesa del rinnovo registrata è stata in media di 35,9 mesi per l’insieme dei settori e di 15 mesi per quelli del settore privato.
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