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Come annunciato qualche giorno fa dal Ministro del Lavoro Luigi Di Maio, è pronta l’introduzione nel cosiddetto "Decreto dignità" di un incentivo alle assunzioni con contratto stabile, che mira ad arginare tanto le polemiche degli ultimi tempi quanto la possibile emorragia di “posti fissi” che si temeva potesse originare dalla nuova legge.

L’emendamento della maggioranza prevede un bonus per le aziende che trasformeranno i contratti a termine in contratti a tempo indeterminato. In realtà più che di un bonus si tratta di una restituzione: il decreto infatti prevede che, ad ogni rinnovo di un contratto a termine, questo costi lo 0,5% in più in termini di contributi aggiuntivi. Per effetto della clausola, tali contributi aggiuntivi - nel momento in cui il contratto a termine viene trasformato in indeterminato - vengono restituiti all’azienda. In questo modo le assunzioni “stabili” non avranno nessun costo per l’azienda (mentre quelle a termine manterranno intatti i loro costi aggiuntivi), e si dovrebbe eliminare un motivo per l’aumento della precarietà.

Si tratterebbe poi solo di un primo passo: con l’approvazione della legge di bilancio, prevista per dopo l’estate, dovrebbero arrivare nuovi incentivi, da definire, per i contratti stabili: si tratterebbe di tagli a tasse e contributi a carico delle aziende.

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