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Cambiamenti in vista per le professioni immobiliari. Sarebbe infatti in arrivo una proposta di legge che chiede, tra l’altro, l’istituzione di un albo unico. A muovere le richieste, secondo un’indagine realizzata dall’Arco (Associazione amministratori e revisori contabili condominiali), la percezione di uno stato professionale che piace, ma necessita di più tutele per il futuro.

Tra le voci principali dell’indagine, a gran voce si chiede un albo unico per le professioni immobiliari: l’80% degli intervistati vorrebbe vedere riuniti amministratori, revisori condominiali, agenti valutatori e agenti immobiliari. Oltre il 55% degli intervistati chiede comunque un albo professionale controllato da un ministero per regolamentare il mestiere. Altre idee prese in considerazione sono un elenco pubblico verificato presso un ministero o un registro pubblico verificato presso le Cciaa o l’agenzia delle Entrate. Solo il 3,45% degli intervistati è contento dell’attuale sistema.

Tra gli altri risultati del sondaggio di Arco, che ha interessato, dal 23 al 29 luglio 2018, 530 professionisti che hanno delineato lo stato dell’arte del proprio lavoro, è risultato che il livello di rilevanza sociale percepito della professione, su una scala da 0 a 5, si attesti a 3,7, ben al di sopra di quanto fosse negli anni 90. Quanto ai livelli di rilevanza attribuiti ai vari profili della professione, il più alto (con 4,47 punti) è stato assegnato alla verifica dell’idoneità professionale, poi all’idoneità morale dell’amministratore (4,43) e alla deontologia (4,33). Al quarto posto, l’equo compenso con 4,14 punti e a chiudere l’incompatibilità professionale con 4 punti. La formazione professionale, infine, è considerata sufficiente (3,67 il punteggio).

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