In arrivo misure straordinarie per scongiurare i rischi sul lavoro a causa delle temperature record di questo periodo. La ministra del Lavoro Calderone, infatti, ha annunciato alle parti sociali che il governo sta lavorando a un decreto ad hoc che favorirà il ricorso alla cassa integrazione a ore per l’edilizia. Scopriamo di cosa si tratta e come funziona.
Una cassa integrazione ad hoc
Nel dettaglio, la possibilità di chiedere la cassa integrazione a ore, dal computo delle 52 settimane del biennio mobile, riguarderebbe la Cigo per l'edilizia e la Cisoa per l'agricoltura, i settori più esposti al lavoro all’aperto con alte temperature. Le misure contenute nel decreto legge che verrà esaminato dal prossimo consiglio dei ministri dovrebbero valere per tutto il 2023, con la prospettiva di renderli strutturali nella prossima legge di Bilancio.
Le direttive del protocollo
Il decreto ad hoc, che agevola la cassa integrazione a ore per i lavoratori dell’edilizia, prevde che il datore di lavoro, nella valutazione dei rischi, monitori le ondate di calore, le temperature alte o percepite come tali e valuti gli effetti sulla salute, rischi come il colpo di sole per l'eccessiva esposizione ai raggi solari, gli effetti del surriscaldamento e della disidratazione, come anche il colpo di calore (temperatura corporea superiore a 40 °C).
Una volta analizzati i rischi si potrà attivare la sorveglianza sanitaria per quei lavoratori, per i quali venisse considerata necessaria dal medico competente. La bozza del prevederebbe un sistema di supervisione mediante, formazione specifica dei preposti volta a riconoscere i sintomi di stress da caldo e colpo di calore e ad agire tempestivamente per attivare una procedura di emergenza, compreso il trasporto immediato del lavoratore interessato in un'area sicura e la contestuale chiamata dei soccorsi.
Le aziende saranno tenute a formare e informare tutti i lavoratori sui rischi correlati al caldo eccessivo, sulle misure di prevenzione, sulle procedure da seguire e sui comportamenti adeguati da tenere con l'obiettivo di aumentare la consapevolezza sugli effetti dello stress da caldo sulla salute e sulle misure di prevenzione e protezione da adottare. Oltre alla formazione per i preposti e l'addetto al primo soccorso, vengono specificate direttive riguardo l’idratazione e l’abbigliamento.
Una volta valutati i rischi, il datore di lavoro organizza i piani di lavoro per “eliminare o, quando non possibile, ridurre l'esposizione diretta dei lavoratori alle alte temperature o percepite tali”. Tra le soluzioni organizzative indicate nella bozza del Protocollo si prevede di riprogrammare in giorni con condizioni meteo-climatiche più favorevoli le attività non prioritarie e da svolgersi all'aperto.
Devono essere garantite pause brevi ma frequenti, per assicurare al lavoratore un adeguato riposo e livello di idratazione. Il documento specifica anche che l'assenza di pause pianificate rallenta il ritmo di lavoro e aumenta il rischio di errore umano. Bisogna assicurare la disponibilità di aree completamente ombreggiate o climatizzate per le pause.
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