
Il sostituto d’imposta ha un ruolo sempre più importante al giorno d’oggi in Italia, sia per i lavoratori dipendenti che autonomi. Coloro che ricoprono tale ruolo, hanno tante responsabilità a livello giuridico e la nascita di tale figura ha portato a semplificare di molto i rapporti tra il fisco italiano e i lavoratori. Allo stesso tempo, questa entità garantisce allo Stato e alle Amministrazioni informazioni fondamentali circa lo stato patrimoniale dei singoli lavoratori. Le attività del sostituto d’imposta sono rese indispensabili soprattutto da due documenti: Modello 770 e Certificazione Unica.
Cosa si intende per sostituto d'imposta?
Il sostituto d’imposta ha un ruolo molto importante nel sistema fiscale ed è per lo più identificato come un’entità, come un’azienda o un datore di lavoro, oppure un professionista. Tale figura ha i seguenti obblighi legali:
- trattenere le imposte dai redditi erogati a terzi, come stipendi, pensioni, o compensi professionali;
- calcolare, trattenere e versare le imposte dovute direttamente all’Agenzia delle Entrate, agendo come intermediario tra il contribuente e lo Stato.
A definire meglio il ruolo del sostituto d’imposta ci pensa l’art. 64 co. 1 del DPR n. 600/73, che dice: “Chi in forza di disposizioni di legge è obbligato al pagamento di imposte in luogo di altri, per fatti o situazioni a questi riferibili ed anche a titolo di acconto“. In base alle normative fiscali, il sostituto d’imposta è soggetto ad una serie di obblighi. Questi includono le seguenti azioni da compiere:
- la corretta individuazione dell’imposta da trattenere;
- il versamento tempestivo delle somme trattenute;
- la compilazione e trasmissione delle certificazioni fiscali (modello CUD ed il modello 770 ai beneficiari dei redditi).
C’è da precisare che il mancato adempimento di questi obblighi da parte del sostituto d’imposta può comportare sanzioni amministrative e responsabilità penali. Quindi, per comprendere al meglio l'importanza del ruolo del sostituto d'imposta, un esempio può tornare utile: il datore di lavoro trattiene l'IRPEF direttamente dalla busta paga dei dipendenti e successivamente la versa sotto forma d’imposta all'Agenzia delle Entrate entro i termini previsti dalla legge.

Come faccio a sapere chi è il mio sostituto d'imposta?
Dopo aver compreso nei minimi particolari il ruolo del sostituto d’imposta, sorge giustamente spontanea una domanda: come faccio a sapere chi è il mio sostituto d'imposta? Secondo quanto viene riportato dall’Agenzia delle Entrate, i dati relativi al sostituto d'imposta si trovano nella Certificazione Unica e il documento viene rilasciato dal datore di lavoro. In questo caso, nella casella “codice sede” va riportato il codice indicato nel punto 11 della Certificazione Unica – Sezione Dati Anagrafici se la stessa casella risulta compilata.
La stessa Agenzia delle Entrate però su questo aspetto lancia un piccolo segnale in merito al ruolo del datore di lavoro come sostituto d’imposta. Se il sostituto che dovrà effettuare i conguagli è diverso da quello che ha rilasciato la Certificazione Unica, i dati vanno richiesti al nuovo sostituto.
Dopo aver parlato dei lavoratori dipendenti e di come deve agire un sostituto d’imposta per loro conto, chi si occuperà degli altri settori? Ma soprattutto, chi può essere il sostituto d’imposta? Ai sensi dell’art. 23 co. 1 del DPR n. 600/73, possono rivestire la qualifica i seguenti soggetti:
- società di capitali;
- enti commerciali residenti in Italia;
- enti non commerciali come Regioni, Province e Comuni;
- associazioni non riconosciute, i consorzi, le aziende dei servizi pubblici locali;
- condomini;
- società di persone residenti in Italia;
- persone fisiche che esercitano attività d’impresa commerciale, imprese agricole e professioni.
Discorso diverso per quegli enti che, invece, non sono residenti in Italia:
- Secondo l’ex art. 162 del TUIR e dalla Convenzioni internazionali contro le doppie imposizioni, devono essere in possesso di una stabile organizzazione in Italia
- In base all’ex art. 23, 151 e 153 del TUIR, in caso in mancata organizzazione in Italia, devono essere soggetti a tassazione in Italia per i redditi secondo legge.
Con questo quadro d’insieme su chi siano i soggetti preposti a rivestire il ruolo di sostituto d’imposta, è possibile carpire ulteriori informazioni anche sul sito dell’Agenzia delle Entrate.

Cosa succede se non metto il sostituto d'imposta?
Nel caso in cui si è tenuti ad effettuare il conguaglio, ma si è impossibilitati ad inserire il sostituto d’imposta, perché magari si è perso il lavoro, bisogna soltanto accedere al sito dell’Agenzia delle Entrate e cliccare su “Nessun sostituto”. In questo caso, se dalla dichiarazione emerge un credito, il rimborso viene erogato dall'Agenzia stessa. Qualora invece dovesse emergere un debito, si dovrà effettuare il pagamento tramite il modello F24.
Chi non ha il sostituto d'imposta, può fare il 730?
Dopo aver trattato bene tutto ciò che riguarda il sostituto d’imposta per il lavoratore dipendente, addentriamoci adesso nella questione relativa a quei soggetti privi di tale figura. Un’assenza del genere può realmente consentire di presentare il 730? La risposta è affermativa, ma a patto che rientrino nella categoria per poter presentare il suddetto modello.
Questo perché, senza sostituto d’imposta il modello 730 può essere presentato principalmente da solo alcune categorie:
- da coloro che hanno perduto il lavoro prima della presentazione della dichiarazione dei redditi;
- da coloro che, pur avendo avuto redditi da lavoro dipendente nel 2022, non ha più un datore di lavoro;
- quando il datore di lavoro non è il sostituto d’imposta;
- da lavoratori domestici, che hanno quindi un datore di lavoro persona fisica che non è sostituto di imposta.
I contribuenti privi del sostituto d’imposta che devono effettuare il conguaglio, nel modello 730 devono indicare la lettera “A” nella casella “730 senza sostituto”. Inoltre, devono anche barrare la casella “Modello 730 dipendenti senza sostituto” presente nella sezione “Dati del sostituto d’imposta che effettuerà il conguaglio".
In questo modo, le somme risultanti a credito sono rimborsate direttamente dall'Agenzia delle entrate. In che modo? Comunicando telematicamente il proprio Iban all’Agenzia delle Entrate.
La soluzione alternativa a tutto ciò è il sostituto d’imposta INPS. Ebbene sì, anche in questo caso l’Istituto nazionale della previdenza sociale si mette al fianco del cittadino pronto a sostenerlo con questa iniziativa. Con un progetto avviato il 1° luglio 2022, è disposta a ricoprire il ruolo di sostituto d’imposta per coloro che ne hanno bisogno e di presentare il modello 730 al posto del contribuente.
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