La segnaletica di sicurezza è un requisito fondamentale per proteggere i lavoratori: ecco le norme e i requisiti principali.
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Segnaletica di sicurezza sul lavoro
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La segnaletica di sicurezza sul lavoro rappresenta un requisito essenziale per garantire la massima protezione dei lavoratori. Si tratta di un insieme di strumenti che - tramite cartelli, colori, segnali luminosi o acustici, nonché comunicazioni verbali o gestuali - fornisce prescrizioni, avvertimenti o indicazioni per ridurre il rischio di gravose conseguenze.

Regolata dal Testo Unico sulla Salute e la Sicurezza sul Lavoro, ovvero il D.Lgs. 81/2008, la segnaletica di sicurezza è obbligatoria quando i rischi non possono essere evitati o sufficientemente ridotti tramite altre misure tecniche o organizzative. Ma come funziona e quali sono le prescrizioni di legge?

Quale legge regola la segnaletica di sicurezza

Innanzitutto, è utile fornire i contorni normativi di tutti i requisiti previsti per legge, affinché le indicazioni di pericolo o le prescrizioni di comportamento siano efficaci negli ambienti lavorativi.

La segnaletica di sicurezza è disciplinata dal D.Lgs 81/2008 che, al Titolo V, definisce appunto le disposizioni per l’impiego degli strumenti di comunicazione e allerta nei luoghi di lavoro. Questo decreto, ovvero il Testo Unico sulla Salute e la Sicurezza sul Lavoro, recepisce la Direttiva Europea 92/58/CEE, definendo i requisiti minimi per:

  • la progettazione della segnaletica di sicurezza;
  • l’installazione dei sistemi di sicurezza;
  • la manutenzione nel tempo.
Segnaletica di sicurezza sul lavoro, rischio elettrico
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È utile sapere che il D.Lgs. 81/2008 è spesso supportato da norme tecniche volontarie, come la UNI EN ISO 7010, che standardizza i pittogrammi della segnaletica per garantirne uniformità e comprensibilità a livello internazionale. Per questa ragione, il Testo Unico sulla Salute e la Sicurezza sul Lavoro comprende anche diversi allegati, in particolare:

  • l’Allegato XXIV, che specifica le caratteristiche tecniche dei segnali;
  • l’Allegato XXV, che descrive le modalità di utilizzo della segnaletica in base al contesto lavorativo.

Come deve essere la segnaletica per la sicurezza sul lavoro

Affinché la segnaletica di sicurezza sia sempre chiara e comprensibile, e soprattutto uniforme agli standard previsti dalla già citata UNI EN ISO 7010, il D.Lgs 81/2008 ne stabilisce i criteri di base. Da un lato, vengono definite le tipologie di segnali che si potranno impiegare, dall’altro l’uso di colori codificati.

I requisiti dei segnali negli ambienti di lavoro

Innanzitutto, è necessario vagliare quali siano i requisiti di legge imposti per la segnaletica di sicurezza sul posto di lavoro. In linea generale, i segnali dovranno sempre essere:

  • visibili, perciò posizionati in punti strategici, ben illuminati e privi di ostacoli visivi;
  • comprensibili, quindi realizzati rispettando le prescrizioni delle normative vigenti sui pittogrammi standard;
  • conformi ai colori codificati a livello internazionale, così come si vedrà nei prossimi paragrafi;
  • adeguati al rischio, perché ogni indicazione o prescrizione dovrà riflettere i pericoli specifici a cui il lavoratore potrebbe esporsi, in base a quanto identificato dal Documento di Valutazione dei Rischi (DVR);
  • sottoposti a regolare manutenzione e, se deteriorati, sostituiti con altri analoghi.

Quanti sono i tipi di segnaletica di sicurezza

I segnali, le indicazioni e le comunicazioni relative alla sicurezza si articolano in diverse categorie, ciascuna delle quali risponde a esigenze e funzioni specifiche. Nel dettaglio, negli ambienti lavorativi possono essere presenti:

  • cartelli di divieto per la sicurezza sul lavoro, che informano su comportamenti non ammessi che potrebbero rappresentare un rischio o causare pericoli. È il caso, ad esempio, del divieto di fumare in aree dove sono contenuti materiali infiammabili;
  • segnali di avvertimento, che informano su rischi potenziali, come ad esempio quello di shock elettrico;
  • segnali di prescrizione, che obbligano ad adottare comportamenti specifici, quali l’uso di dispositivi di protezione individuale come mascherine oppure occhiali protettivi;
  • la segnaletica antincendio, che identifica le attrezzature per spegnere le fiamme, come estintori o pompe d’acqua, nonché la loro locazione;
  • la segnaletica di pericolo per la sicurezza sul lavoro, che avverte su rischi specifici come la presenza di sostanze chimiche tossiche o di macchinari pericolosi;
  • la segnaletica di emergenza per la sicurezza sul lavoro, che indica vie di fuga, uscite d’emergenza e attrezzature di primo soccorso;
  • segnali informativi, con indicazioni di sicurezza generali, come l’ubicazione delle aree sicure.

La segnaletica è normalmente composta sia da cartelli di varia forma - rettangolari, circolari o triangolari, in base all’indicazione fornita - che da segnali luminosi, acustici, verbali o gestuali, a seconda delle necessità del contesto lavorativo.

Cosa indicano i colori e le forme della segnaletica di sicurezza

Le forme e i colori della segnaletica di sicurezza rispondono a specifiche esigenze comunicative, affinché la tipologia di indicazione o prescrizione sia immediatamente riconoscibile. Come già specificato, si basano su standard internazionali, definiti da normative quali UNI EN ISO 7010.

Segnaletica di sicurezza sul lavoro, estintore
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Partendo dalle forme, ad esempio, come si presentano i segnali di avvertimento? E, ancora, come riconoscere i cartelli di pericolo? Di norma, le principali forme utilizzate sono:

  • il triangolo per i segnali d’avvertimento;
  • il cerchio per i segnali di prescrizione o i cartelli di divieto. Questi ultimi possono presentare anche delle barre diagonali, in base alla specifica interdizione;
  • il quadrato o il rettangolo per la segnaletica di salvataggio, antincendio, d’emergenza e per le comunicazioni informative.

Per la segnaletica di sicurezza sul lavoro il colore è però fondamentale, anche perché permette di distinguere comunicazioni diverse, che condividono però la medesima forma. Ad esempio, come già spiegato, sia i segnali di prescrizione che i cartelli di divieto presentano una forma circolare: come distinguerli? E, ancora, i cartelli di sicurezza di colore rosso cosa indicano?

In genere, i colori della segnaletica sono così suddivisi:

  • il rosso indica un divieto, un pericolo immediato o la presenza di attrezzature antincendio;
  • il giallo e l’ambra sono impiegati per i segnali d’avvertimento;
  • il blu rappresenta un obbligo;
  • il verde è associato alle indicazioni di sicurezza.

In alcuni casi, vi potrebbero essere prescrizioni aggiuntive oltre al colore e alla forma. Ad esempio, la segnaletica di emergenza e antincendio è spesso fotoluminescente, come raccomandato da norme tecniche come la UNI EN 1838 e la UNI 7543, per garantirne la visibilità in condizioni di scarsa illuminazione o in presenza di fumo. Ancora, potrebbero esservi prescrizioni specifiche sulle dimensioni minime di cartelli e altri segnali o, come facile intuire, sul volume o la luminosità minima di indicazioni sonore o luminose.

Chi ha l’obbligo di installare la segnaletica di sicurezza in un’azienda

Definiti i riferimenti di legge, le tipologie di segnali e i relativi colori, è più che lecito chiedersi chi debba provvedere all’implementazione della segnaletica di sicurezza nei luoghi lavorativi, come in un’azienda.

In questo caso, l’obbligo ricade principalmente sul datore di lavoro, come previsto dall’articolo 18 del D.Lgs. 81/2008. Quest’ultimo dovrà infatti garantire che la stessa segnaletica:

  • sia presente;
  • conforme ai requisiti di legge e alle normative di standardizzazione;
  • adeguata ai rischi identificati nel Documento di Valutazione dei Rischi (DVR).

Tuttavia, le responsabilità possono ricadere anche su altre figure aziendali. Ad esempio, vengono definiti:

  • il preposto, che ha un ruolo chiave nella sicurezza sul lavoro. Ma chi è il preposto? È la persona che sovrintende alle attività lavorative e verifica il rispetto delle misure di sicurezza, inclusa la corretta installazione e l’utilizzo della segnaletica. In caso di problematiche o carenze, il preposto informa tempestivamente il datore di lavoro;
  • un responsabile del servizio di prevenzione e protezione (RSPP), che supporta il datore di lavoro nella scelta e nella gestione della segnaletica.

Infine, gli stessi lavoratori hanno un ruolo attivo, poiché si devono impegnare nel rispetto delle indicazioni, degli obblighi e delle prescrizioni fornite, nonché segnalare eventuali anomalie.

È utile ricordare che la mancata installazione o manutenzione della segnaletica di sicurezza può comportare sanzioni amministrative e penali per il datore di lavoro, oltre che a rappresentare un rischio per la protezione dei lavoratori. Di conseguenza, è indispensabile che i ruoli siano ben stabiliti e, se necessario, richiedere la consulenza di tecnici specializzati o di legali.

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