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E' arrivato il giorno del debutto del fondo Atlante - che secondo un accordo siglato con Unicredit scenderà in campo per l'aumento di capitale della Popolare di Vincenza - ma restano ancora non pochi dubbi sulla sua effettiva efficacia. Ancora tutti da verificare, ad esempio, i possibili effetti positivi sul mercato dei mutui, così come sottolinea Roberto Anedda, direttore marketing di Mutuionline. 

A giudicare dalle reazioni della prima giornata di Borsa dopo l'annuncio del varo del Fondo Atlante, il sistema bancario che protegge se stesso (per la seconda volta in pochi mesi, dopo il fondo interbancario varato sotto la regia del governo in occasione del decreto cosiddetto “salva banche”) non piace granché ai traders.

Vero è che, nella giornata successiva, l'andamento si è invertito. Insomma, in attesa che agli annunci segua l'operatività, le idee non sono ancora ben chiare. Anche secondo Roberto Anedda, direttore marketing di Mutuionline, è troppo presto per poterne valutare davvero i possibili effetti.

Per quanto l'operazione abbia le sue ragioni, nel tentare di evitare l'oscuro destino del bail in agli istituti più deboli del sistema nazionale, se ne possono agevolmente comprendere i motivi. Il giorno dopo la dichiarazione, è stato un fiorire di dichiarazioni di intenti di partecipare, con sparute eccezioni.

Da un lato può colpire la solidarietà sbandierata all'interno del comparto (certamente interessata), ma dall'altro non è senza fondamento l'ipotesi che la mossa potrebbe ritorcersi contro chi si appresta a compierla, ottenendo un effetto opposto a quello che si vorrebbe raggiungere, portando il contagio delle sofferenze negli istituti più solidi.

Atlante, infatti, col 70% della sua dotazione (da 5 miliardi, innalzabili fino a 6), dovrà farsi carico dell'intero inoptato degli aumenti di capitale delle banche in difficoltà. Con il restante 30% dovrà acquistare, a valori assai più alti rispetto a quelli di mercato, i cosiddetti “non performing loanovvero le sofferenze che ci sono nei portafogli bancari.

Dovrebbe essere destinato alle sofferenze di minore qualità, ma “a seconda dei parametri che si utilizzeranno per determinare il loro valore e la leva finanziaria applicabile lo sgravio reale di tale peso potrebbe variare di parecchio, e con esso i maggiori o minori effetti sull’operatività bancaria“ afferma Anedda.

L'effetto sul mercato dei mutui

Complicato anche dire se potrà favorire anche il mercato dei mutui, visto soprattutto che il grosso delle sofferenze bancarie è  legato al credito alle imprese, settore che molto più di altri soffre da anni di un volume insufficiente di erogazioni. È lì che si dovrebbe concentrare (se ci sarà) un effetto espansivo.

Per quanto concerne il credito ipotecario alle famiglie “il mercato – sostiene Anedda - già adesso permette a chi voglia comprare casa di accedere con sufficiente facilità a un buon numero di offerte di mutuo convenienti, e il limite a una maggiore accelerazione sembra essere più legato alla cautela da parte di molte famiglie prima di impegnarsi nell’acquisto di un immobile in uno scenario economico generale ancora incerto come quello attuale”.

Se altre banche riuscissero, grazie al fondo, a tornare più competitive nella loro offerta, questo potrebbe non significare maggior numero di erogazioni, ma ulteriore concorrenza su quelle esistenti.

I soci principali

Unicredit e Intesa saranno i soci principali, con un miliardo di investimento a testa. E, non a caso, i due colossi sono stati assai penalizzati a Piazza Affari il 12 aprile (-5,15% e -4,11% rispettivamente). Indiscrezioni tra gli operatori riferiscono che obiettivo del fondo sarà conseguire un rendimento del 6%, decisamente eccezionale per le condizioni di mercato, ma nulla toglie dalla testa di molti trader che i due colossi abbiano tutto da perdere, in un'operazione nella quale rischiano di farsi carico di titoli e crediti indigeribili.

Dato il minimo coinvolgimento pubblico (una quota non troppo cospicua sarà presa da Cassa depositi e prestiti), il via libera delle autorità europee non dovrebbe essere in discussione. Cosa che, invece, fa nel merito della sua utilità il Wall Street Journal, per il quale “il peggior problema per i creditori italiani è sempre stato quello di mettere le mani  su quanto ricevuto in garanzia. Un processo per bancarotta in Italia dura più di 7 anni in media, contro i 2-3 in Europa”. Dunque “è importante che il governo mantenga l'impegno di prendere provvedimenti” per ridurre questo gap.

La nascita di Atlante è stata salutata come fatto positivo dalla segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan e dal segretario generale della First Cisl, Giulio Romani affermando che “ ostacolerà il tentativo, già in corso, di qualcuno di appropriarsi delle banche italiane senza, di fatto, pagare nulla, ma limitandosi a sostenere l’acquisto, attraverso facili utili sulla gestione dei crediti acquistati a prezzi di saldo”.

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