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Muto casa, prevale ancora il tasso fisso GTRES

L’Italia rimane un Paese appassionato del mattone: oggi perché i tassi sono storicamente bassi e perché è considerato, da sempre, uno strumento che offre le maggiori garanzie quando i mercati finanziari minacciano instabilità, come nell’ultimo periodo. Non solo. A far riscoprire ultimamente questo bene rifugio contribuiscono anche le incertezze legate all’attuale panorama politico nostrano, le incognite sul dopo la Brexit e l’aspro confronto commerciale Cina-Stati Uniti. È in sintesi il quadro che emerge dal più aggiornato Osservatorio mutui di MutuiOnline.it, dal quale su base annuale aggiornata ad aprile spicca la forte accelerazione delle richieste di mutuo per l’acquisto della prima casa, passate al 54,8% del totale dal 43,2% dell’anno precedente, tornate così sui massimi degli ultimi sei anni.

Mutui surroga, calo della domanda

Le compravendite recuperano quindi il loro naturale peso primario sul mercato mutui. Si registra invece la contestuale caduta delle richieste di surroga ai minimi dal 2013, al 34,3% del totale dal 46,8% del 2018, dopo i volumi record degli ultimi anni e la conseguente, graduale riduzione del restante bacino di mutui esistenti per i quali possa essere utile la surroga.

Questo scenario trova conferma nei mutui erogati, che su base annuale mostrano un calo delle surroghe al 39,9% dal 46,1% del 2018. Il picco della serie storica (dal 2006), 64,6%, è stato toccato nel 2015. I mutui erogati per l’acquisto della prima casa raggiungono invece il 51,9%, dopo il 46,1% del 2018. Ancora più marcato il trend in aprile, con l’acquisto prima casa al 59,3% e la surroga al 31,3%.

Mutui a tasso fisso, ancora i preferiti dagli italiani

Il tasso fisso continua a dominare lo scenario, con l’82,9% di richieste registrato in aprile (80,7% nel periodo gennaio-marzo): si tratta del nuovo top dal primo trimestre 2015. La quota del variabile nel frattempo è scesa al 15,3% dal 17,1%. Stesso movimento per le erogazioni a tasso fisso, aumentate all’89,4% dall’86,3%, e per quelle a tasso variabile (al 9,6% dall’11,9%). L’orizzonte più accomodante delle politiche monetarie ha favorito le richieste di mutui con durate lunghe, con la durata ventennale che si conferma la più utilizzata sia per le richieste che per le erogazioni.

Importo dei mutui, salgono le erogazioni

Ancora in salita – per il quarto anno consecutivo - l’importo medio erogato, a 127.483 euro nel 2019 dai 124.780 dell’anno scorso, in progressivo recupero verso i massimi del 2010-2011. Da notare anche la graduale riduzione della differenza tra importo medio richiesto ed erogato, che si distaccano ormai di poche migliaia di euro e denotano una maggiore finanziabilità delle esigenze della clientela da parte delle banche.

Si riduce lo spread tra mutui a tasso fisso e mutui a tasso variabile

Per quanto riguarda i tassi, che ormai da diverso tempo viaggiano sui minimi storici, l’Osservatorio MutuiOnline.it mette in evidenza la riduzione dello spread tra il tasso fisso e quello variabile. Prendendo in considerazione le rilevazioni annuali della media per i mutui a 20 e 30 anni, risulta che quest’anno il tasso fisso – in costante ribasso dal top del 6,02% registrato nel 2012 – viene indicato all’1,85%, in calo dall’1,92% del 2018. Il variabile, per contro, è salito allo 0,88% dallo 0,83% dell’anno scorso. E il divario si è ulteriormente ridotto in aprile, con i tassi medi rispettivamente all’1,80% e allo 0,90%.

 

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