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Euribor
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L'Euribor a 3 mesi continua a salire. L'indicatore di riferimento per la maggior parte dei mutui variabili in Italia sta sfiorando quota 3 per cento, ai livelli del 2008. Una situazione impensabile se si considera che solo un anno fa il parametro viaggiava ampiamente in negativo; inflazione, tensioni geopolitiche e aumento dei tassi Bce hanno fatto il resto. Ecco cosa è successo all’Euribor 3 mesi negli ultimi tempi e quali sono le conseguenze sui mutui.

Euribor 3 mesi, l'andamento di febbraio

Nelle ultime sedute il parametro di riferimento per i mutui a tasso variabile si è portato oltre quota 2,7 per cento, lasciando presagire che il livello del 3 per cento non sia affatto lontano, quando la media mensile provvisoria di febbraio 2023 è già oltre il 2,6 per cento, contro una media di gennaio del 2,345 per cento. Un anno fa il livello era negativo, -0,532 per cento.

Quanto salirà ancora l'Euribor

I rialzi dell'Euribor sono supportati dall’aumento dei tassi di interesse della Banca Centrale Europea (BCE) che, nella riunione del 2 febbraio, li ha alzati fino al 3%, il che lascia presagire che i tassi dei mutui seguiranno a ruota. Un movimento che non si fermerà, a detta dei membri del consiglio direttivo Bce, fino a che non si raggiungerà l’agognato livello di inflazione al 2 per cento.

Nei giorni scorsi il governatore della Banca di Lettonia e membro del consiglio direttivo della Bce, Martins Kazaks, nonché il vicepresidente dell'autorità monetaria, lo spagnolo Luis de Guindos, hanno lasciato intendere che l'aumento del prezzo del denaro non si concluderà a marzo (quando è previsto un ulteriore rialzo di 50 punti base al 3,5%), poiché la lotta all'inflazione non è ancora terminata.

Con questo scenario sul tavolo, sempre più previsioni suggeriscono che l'Euribor non fermerà la sua corsa quest'anno.

Secondo Fabio Femiani, Coo di idealista/mutui Italia, “È possibile che durante il primo semestre di quest'anno il tasso ufficiale di sconto possa raggiungere e forse addirittura superare il 4%, spinta da un livello di inflazione di base che non ci permette di essere troppo ottimisti”. Previsioni confermate dal Codacons, secondo cui “se l’aumento deciso dalla Bce dovesse essere traslato interamente sul mercato, l’Euribor salirebbe a quota 2,7% (quello a 1 mese), 3% quello a 3 mesi".

Previsioni che coincidono con quelle del dipartimento di analisi di Bankinter e dalla società di consulenza finanziaria Accuracy, anche se tutto dipende dall'evoluzione dell'inflazione e dalle misure che la Bce dovrà mettere in atto di conseguenza.

Lo scenario base sostenuto dall'istituto finanziario (ovvero il più probabile al momento) è che l'Euribor a 12 mesi, altro parametro di riferimento importante per i mutui, raggiunga il 4% quest'anno e che tocchi un tetto, ma che da quel momento in poi si riduca per spostarsi intorno al 2, 2% nel 2024."Lo scenario più probabile per l'Euribor 12 mesi è quello di avvicinarsi al 4% nel breve periodo", anche se non esclude che possa rompere quel livello in primavera.

"A partire da marzo, la BCE analizzerà in dettaglio i dati sull'inflazione per l'area dell'euro - molto importanti a causa dell'effetto base di marzo 2022 - e il comportamento dei nuovi prestiti (in particolare il volume) nell'area dell'euro per continuare con una politica più aggressiva, o, al contrario, alzare il piede dell'acceleratore e alzare il prezzo del denaro di "solo" 25 punti base nelle prossime riunioni. Ma non crediamo che il 3,5% di marzo sarà il tetto, prendendo tenendo conto che l'inflazione nell'area dell'euro si è attestata all'8,5% a gennaio", sostiene la finanziaria.

Mutui a tasso variabile, di quanto salirà la rata

Alla luce delle previsioni, tutto fa pensare che le famiglie continueranno ad affrontare un extracosto dovuto agli aumenti delle rate mensili dei mutui variabili soggetti a revisione delle condizioni.

“Immaginando un mutuo di 125.000 euro a 25 anni, - spiega Femiani, - la rata è già passata da circa 450 euro mensili di gennaio 2022 a circa 620 euro di oggi, con il rischio di salire di ulteriori 100 euro in virtù dei futuri rialzi dei tassi che Bce manovrerà da qui a giugno 2023 per contrastare l’inflazione. Su un mutuo variabile di 100.000 euro a 20 anni un aumento dell’Euribor dello 0,5% porterebbe con sé un incremento della rata di “soli” 25 euro, passando dagli attuali 540 a 565 euro, nell’ipotesi di uno spread all’1%”.

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