Il Ceo di Gabetti, Roberto Busso, è stato il relatore di un intervento dal titolo "Case: coniughiamo il futuro prossimo con il passato imperfetto", nel quale ha affrontato non 10 anni, ma i 100 anni del mercato immobiliare, nato come tale sono nel 1918, perché prima "le case appartenevano ai nobili e ai figli dei nobili".
Tra il 1920-1940 il regime fascista facilita la costruzione e l'acquisto di nuove case, una grande quantità di persone diventa proprietaria di casa. "Questo fino alla grande guerra, quando tantissime case vengono distrutte", poi la nuova fase di espansione nel post guerra, con il boom che porta a lunghi anni di fasi cicliche del mercato, intercalate da eventi puntuali e importanti.
Tra questi la crisi del petrolio del 1973, seguita dalla ripresa degli anni '80. "Nella fase di crisi politica di mani pulite, l'equo canone blocca gli investimenti di chi ha acquistato per investire. A questi hanno fatto seguito i 10 anni di "più soldi per tutti, dove chi andava in banca otteneva mutui più facili, fino alla grande crisi dei mutui subprime".
Oggi, secondo Busso, "il numero delle compravendite di abitazioni è di nuovo salito, (salgono le compravendite e saliranno anche i prezzi), la crescita del residenziale è accompagnata dal mercato degli uffici, dal commercio (alcuni tipi di commercio) e dal mercato degli alberghi".
Ma qual è il ruolo della casa oggi? Si può riassumere in cinque principali caratteristiche.
"Oggi la casa è:
- casa rifugio: ma non è un rifugio economico, quello lo è sempre stato, è rifugio perché ci si chiude dentro, non si vede l'ora di arrivare in casa con poltrona e tv, non si invitano gli amici perché ci si parla tramite smarthphone, i figli si connettono e parlano tra loro;
- un contenitore tecnologico: non come il tac di Pozzetto, ma come "Alexia, accendi la caldaia, accendi le luci", il contenitore tecnologico sta andando a una velocità impressionante;
- la casa è luogo di condivisione perché ognuno ha il suo spazio, dove ognuno ha il suo sofà, con spazi comuni, la cucina che si fonde con il living, il bagno multifunzionale e polifunzionale;
- un luogo di lavoro: il numero di ore che passiamo a casa lavorando aumenta vertigiosamente, grazie alle nuove tecnologie;
- un biglietto da visita emozionale: il colore bianco non è più venduto, la casa parla di noi, ci racconta, stanno spuntando le scritte sui muri".
"Da una ricerca Doxa si evince che solo il 48% è insoddisfatto della propria casa. Ma quando andiamo sulle case prima del 1990, le case non soddisfano, questo per la qualità delle rifiniture (66%), contesto urbano, layout interno (dal 1960 le case sono state fatte con lo stampino). Se entriamo nello specifico, nella sostenibilità ambientale, riferendoci a isolamento termico e acustico, la metà degli intervistati non è soddisfatto della classe energetica.
Se andiamo sul portale di idealista, su 700mila compravendite dichiarate, solo il 4% delle case sono in classe A. Il 60% delle case è stato costruito prima del 1980. A questo punto bisogna interevenire. Ma con quale strumento? Grazie alla modifiche di una legge che esiste da anni, chiunque può ristrutturare o riqualifare energeticamente il proprio immobile e può cedere il proprio credito fiscale.
Il mondo immobiliare del futuro è da innovatori, pesce veloce che mangia pesce lento, non più pesce grande che mangia pesce piccolo. Chi non usufruisce dell'ecobonus fa la fine del pesce lento".
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