Il nuovo bollettino Istat sui prezzi alla produzione dell’industria e delle costruzioni – Ottobre 2025 mostra un indice generale dell’industria in rallentamento, mentre il comparto delle costruzioni resta positivo, pur mostrando segnali di raffreddamento dopo mesi di espansione. Ecco i dati Istat sul settore delle costruzioni.
Edifici: lieve calo mensile ma crescita solida su base annua
Nel mese di ottobre 2025, secondo Istat, i prezzi alla produzione di edifici residenziali e non residenziali hanno registrato una diminuzione dello 0,2% rispetto a settembre.
Su base annua, tuttavia, la situazione è diversa: l’indice segna un +1,6%, un incremento solido anche se in leggera frenata rispetto al +1,9% del mese precedente.
Questo andamento conferma che il settore edilizio continua a beneficiare della domanda legata alla riqualificazione e ai progetti infrastrutturali, pur in un contesto di maggiore cautela da parte degli operatori.
Strade e ferrovie: dinamica più debole
Il segmento delle opere infrastrutturali — strade e ferrovie — mostra una dinamica ancora più tenue. A ottobre si registra una flessione mensile dello 0,1%, con un aumento annuo appena dello 0,4%, anch’esso inferiore al +0,6% rilevato a settembre.
La frenata potrebbe riflettere un rallentamento nel ritmo di avanzamento dei cantieri pubblici, mentre i costi dei materiali tornano a livelli più stabili dopo la forte volatilità degli ultimi anni.
Il quadro trimestrale: edilizia in moderata espansione, infrastrutture stagnanti
Nel trimestre agosto-ottobre 2025 gli edifici avanzano di +0,3%, segnalando una crescita graduale mentre strade e ferrovie si contraggono dello 0,1%, evidenziando difficoltà strutturali per il settore. Il divario tra edilizia privata e grandi opere pubbliche appare quindi in ampliamento.
Industria: prezzi in calo, traino energetico in negativo
Ben diverso il quadro dell’industria, che fa da sfondo al dato edilizio e ne mette in prospettiva la resilienza. A ottobre 2025 i prezzi alla produzione industriale sono scesi dello 0,2% su base mensile, mentre la crescita annua è praticamente nulla (+0,1%).
Sul mercato interno la flessione è più pronunciata (–0,4%), soprattutto a causa del settore energia, in marcato arretramento. Al contrario, i mercati esteri mostrano un certo dinamismo: +0,3% mensile e +0,4% annuo, con l’area euro leggermente più vivace rispetto all’area non-euro.
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