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Germania, l’inarrestabile ascesa dei canoni d’affitto
GTRES

Da quasi due anni in 313 città tedesche è in vigore una legge per fermare l’aumento degli affitti. La quale non ha avuto in pratica nessun effetto. 

La legge in questione entrò in vigore il 1 giugno 2015 dopo una lunga lotta parlamentare e nonostante le proteste del mondo immobiliare che ravvisavano nella legge un freno alla ripresa del settore delle costruzioni e della modernizzazione degli edifici residenziali.

Oggi si vede cosa ha significato realmente questa legge: poco o nulla. Gli affitti aumentano comunque senza controllo e le costruzioni residenziali sono state molto poco influenzate, anzi: si sta conoscendo un dinamismo mai visto da almeno 15 anni.

Il 2018 si è concluso con circa 278 mila appartamenti affittati, 30 mila più che l’anno precedente. In tutta la Germania la spinta al restyling si fa così forte che a malapena i costruttori trovano imprese disponibili.

Allo stesso tempo gli affitti nelle grandi città con oltre 500 mila abitanti sono cresciuti del 6,3% in dodici mesi, dodici volte il tasso di inflazione. La media tedesca, inclusi i piccoli paesi e città, è del 5%.

Il deputato dei verdi Christian Kühn ha commentato che la legge sul freno degli affitti fosse “un errore di principio”, oltre che piena di “lacune ed eccezioni inserite per le richieste della CDU/CSU", e che hanno fatto sì che gli effetti della legge fossero neutralizzati.

Una di queste controindicazioni è il fatto che gli inquilini abbiano davvero poca possibilità di farsi valere nei confronti dei proprietari. Secondo il portavoce della CDU/CSU, Jan-Marco Luczak, occorrerebbe poi rendere più conveniente e rapido costruire: solo così si potrà mettere un freno all’aumento indiscriminato degli affitti.

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