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Mutuo giovani, come comprare casa senza un lavoro fisso

Avete 30 anni, “tutta la vita davanti”, come diceva il titolo di un film di successo, un lavoro e vorreste magari metter su famiglia. Cercate casa e pensate di comprare. Ma nessuna banca vi finanzia un mutuo, perché il vostro contratto di lavoro non dà sufficienti garanzie. A quanti lavoratori a termine, a progetto o interinali sarà successo? a moltissimi, ne siamo certi (vedi notizia)

La realtà è cambiata e servono nuove strategie per affrontarla. Vi presentiamo qui un’esperienza concreta, che ha adottato il comune di Torino per provare a fare qualcosa che, da anni, in Italia nessuno fa più: dare fiducia ai giovani

Il progetto si chiama appunto mutuo giovani. Ne abbiamo parlato con l'architetto Giovanni magnano, direttore della divisione edilizia residenziale pubblica del Comune di Torino

D. Come è nata l’idea del “mutuo giovani” del comune di Torino?

R. All’inizio abbiamo avuto un’intuzione: una  banca proponeva, in una pubblicità, un mutuo per gli under 35 che non hanno un contratto a tempo indeterminato. Abbiamo indagato e, tra le righe al fondo, quelle piccole, per intenderci, c’era la fregatura: bisognava avere un contratto di almeno 36 mesi. Ma se i contratti a termine durano 6 mesi o al massimo 1 anno!

D. Cosa avete pensato di fare allora?

R. Abbiamo parlato con la banca e ci hanno spiegato che si poteva accendere il mutuo anche in caso di un garante familiare (anche la pensione della nonna). Paradossi della società attuale: come si può emancipare un giovane con la garanzia della nonna? dove finisce la dignità? allora abbiamo pensato di fare noi i garanti

D. Come si fa, nel concreto, a sostenere l'acquisto per gli under 35?

R. L’idea è stata questa: se gli intestatari perdono il lavoro, il comune interviene nel caso di fallimento del mutuo e compra l’alloggio, che destina poi ad edilizia pubblica residenziale. In questo modo la banca non perde, il comune ha un alloggio in più (che probabilmente avrebbe comprato in ogni caso per far fronte alle domande) e l’ex propietario diventa inquilino. In più si evita il trauma dello sfratto per chi perde la casa

D. Nel 2008 c’è stato il primo bando, com’è andata?


R. Per prima cosa abbiamo aperto un bando con l’abi locale. Ha vinto sanpaolo, perché offriva altre garanzie interssanti, come il finanziamento al 100% dell’acquisto e la possibilità di interrompere la rata del mutuo per 3 volte in vent’anni. Poi abbiamo aperto il bando ai cittadini, con la possibilità di concedere 100 mutui di questo tipo

D. Quante domande sono arrivate?

R. 1400 domande e 5000 contatti per richieste di informazioni

D. Come avete fatto a scegliere?

R. Restava solo una soluzione: il sorteggio. Molti hanno ironizzato e hanno parlato della lotteria delle case. Ma intanto noi ci abbiamo provato e la banca ha deciso poi, visto il successo, di estendere il mutuo giovani a 200 delle domande arrivate

D. Siete soddisfatti degli obiettivi raggiunti?


R. In un paese in cui il presidente del governo suggerisce ai giovani di sposare un miliardario per risolvere i propri problemi, crediamo di aver dimostrato una cosa importante: bisogna dare fiducia ai giovani, perché il sistema generale gliela toglie


D. Tra le coppie che ne hanno usufruito, ci sono stati casi di morosità?


R. Per il momento nessuna. È ancora presto per dirlo, ma siamo ottimisti

D. Perché non avete potuto proporre una seconda edizione?

R. Sono cambiate le circostanze e il comune di Torino non può fare da solo questo sforzo. Inoltre la situazione attuale di crisi ha reso tutti più prudenti. Tute le tabelle econometriche dicono che i giovani non sono “clienti affidabili”, perché la crisi occupazionale riguarda loro più di tutti


D. In un mondo che ha ridotto le sicurezze lavorative, quali soluzioni si potrebbero immaginare? forse bisogna togliersi dalla testa l’acquisto della casa a tutti i costi?

R. Il discorso è certamente complesso. Da tempo stiamo pensando a nuove forme di coabitare, di affittare e di avere responsabilità condivise. La società è cambiata, anche il modo di abitare deve cambiare





 

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16 Commenti:

17 Giugno 2010, 23:00

La società è cambiata, anche il modo di abitare deve cambiare ....certo, a dirlo però sono coloro che hanno un lavoro fisso ben remunerato, magari in una banca, che hanno premi che dipendono dal numero di mutui che riescono a far accendere, una bella casa di proprietà magari comprata con mutuo agevolato perché lavorano in banca e magari anche la casa al mare....invece i laureati che devono farsi strada da soli nel paese dei raccomandati devono sentirsi baciati dalla misericordia divina se qualcuno ha ideato, guarda caso proprio per loro e non si capisce come, una nuova soluzione di coabitazione di affitto e responsabilità condivise, e tutto questo perché la politica ha consegnato nelle mani di qualche palazzinaro ex pecoraro rubagalline, il destino di due generazioni di persone.... l'Italia da tempo, ed ora più che mai, è un paese che non dà possibilità a persone valide ma solamente a raccomandati, ammanicati con i politici e intrallazzoni di infimo livello. Sarebbe proprio da scappare via, e allora si, vorrei proprio vedere dove se li infilano, questi cialtroni che hanno architettato tutto questo sistema, i loro mattoni dorati

18 Giugno 2010, 15:00

In reply to by rey (not verified)

"Sarebbe proprio da scappare via..." quì vi voglio, tanti parlano, si lamentano, ma pochissimo alla fine hanno le palle di emigrare.

18 Giugno 2010, 15:26

In reply to by gm2010 (not verified)

Già....è proprio così, andrà via solamente chi ha solo da guadagnarci e non lascia nulla

18 Giugno 2010, 23:13

In reply to by rey (not verified)

Non so rey..mi sembrano chiacchiere fumose e vittimistiche. Io sono laureato ho 26 anni e lavoro in banca da due anni (ovviamente senza raccomandazioni, anche se so che per persone come te è difficile da accettare) ma comunque non posso comprarmi una casa. Il mutuo agevolato non è un mutuo regalato, e con l'ipercompetizione tra banche non è che ormai sia cosi' particolarmente conveniente rispetto a certe offerte che trovi sul mercato. Il lavoro è fisso e stabile si, ma ormai lo stipendio è quasi da fame, non è come vent'anni fa. Con i mutui che "riesco a far accendere" faccio piu' felici le persone che possono finalmente comprarsi casa, e pagare un mutuo anzichè un affitto, perchè credimi, la banca su un finanziamento di lungo termine come un mutuo, di cui guadagna non il tasso finale, ma lo "spread" spalmato su decine di anni, ci guadagna poco, pochissimo. Potrebbe impegnare la stessa cifra con meno rischi e con maggiori rendimenti su attività finanziarie diverse. Condivido con te la questione sulle classi parassitarie "palazzinare" che non producono e campano su fitti e prezzi di immobili ipergonfiati. Fitti e prezzi che causano una riduzione del reddito disponibile delle persone, che causano una riduzione della domanda di beni, che causa una riduzione della produzione e quindi dell'occupazione ecc ecc in una spirale viziosa che fa male all'economia. Ceti parassitari che dovrebbero essere colpiti, sono d'accordo. Ma i bancari sono normalissimi impiegati ormai, fare una guerra tra poveri in questi tristi anni...non solo non ha senso..è semplicemente inutile.

18 Giugno 2010, 12:18

Mi dispiace sentire cio' che dice rey: vengo da una famiglia modesta, ho 30 anni, sono (pluri)laureato, e non ho un lavoro fisso, quindi potrei di diritto entrare nel coro delle lamentazioni. Soprattutto perche' e' vero delle raccomandazioni e delle caratteristiche talora un po' antipatiche della nostra (e non solo) societa'. Pero', questo e' cercare di sfondare il muro a suon di zuccate. E se non fosse necessario passare dall'altra parte del muro (il lavoro fisso, etc.)? gia' che ambire a 1000-1500 euro al mese e comprare un appartamento da 150000 e' da spararsi nei gioielli di famiglia (soffrire una vita per quattro mura?). Poi i soldi non sono un diritto (la gente non vuole il lavoro, ma i soldi: se no uno fa volontariato e lo prendono, assicurato). Allora, perche' non arrangiarci? per esempio, nelle vecchie arti del commercio? dell'artigianato? e cosi' via? un po' di inventiva! fregandosene di tutta la societa', del sistema, della politica, delle istituzioni e cosi' via. Arrangiandosi, tutto qui. In genere, chi fa un po' di fortuna, non e' chi ambisce a 20000 euro l'anno e a far pagare tasse mostruose dal proprio "Datore di lavoro". Sveglia, ragazzi!

18 Giugno 2010, 12:55

In reply to by shy (not verified)

Sei proprio sicuro di riuscirci? proprio perché sei dentro una società devi accettarne le regole, giuste o sbagliate che siano, e io al contrario, credo che le strade per fare un pò di fortuna diminuiscano paurosamente al passare del tempo

23 Novembre 2010, 13:20

In reply to by shy (not verified)

Bravo shy, ottime considerazioni e suggerimenti. Tornare alle vecchie arti: commercio e più ancora, l'artigianato. Arte in cui gli italiani si sono sempre distinti ed anticamera di un'eventuale maggiore imprenditoria e che non grava certamente in modo eccessivo sul peso fiscale. Da qui, il passo per andare avanti e far muovere il mercato immobiliare, (e non solo) se non è propriamente facile, ma quanto meno è fattibile.
Forza ragazzi, ce la farete!

18 Giugno 2010, 13:15

Come si fa a far capire ai politici che debbono essere i primi a dare il buon esempio. Gli stipendi che percepiscono loro danno da vivere a più generazioni: i più frustrati saranno proprio i loro figli perchè non danno valore alla vita e non hanno realizzato nulla da soli. Io sono statale ma, ai miei figli non ho mai detto di contare su di me per un posto di lavoro. Lavorano: uno in proprio e la sorella lavora con lui. Io vedo che sono soddisfatti.

18 Giugno 2010, 13:19

Finchè il posto statale si raggiungerà solo con le raccomandazioni non potrà esserci mai una pubblica amministrazione che funzioni. Gli statali sono come i re una volta: i figli succedono ai padri, alle madri che si "prostituiscono" con i funzionari per dare lavoro ai figli. Questi ignari di tutto sono solo dei frustrati.

19 Giugno 2010, 16:22

Mio caro, io di anni ne ho 39, sono laureato da 13, lavoro, guadagno discretamente e una casa potrei comprarmela in contanti, si hai capito bene, ho delle possibilità che non tutti hanno. Mi dispiace che ti senta colpito da quanto ho detto (se fossi un pò str.... direi che hai la coda di paglia) ma non intendevo prendermela con chi lavora in banca ed è l'ultima ruota del carro ma con coloro che vogliono guadagnare spropositatamente (come in tutte le aziende del resto) e comunque, dato per vero quello che dici sui bassi rendimenti, ti ricordo che le banche gestiscono i soldi dei risparmiatori, hanno quindi una funzione sociale e sarebbe il colmo se speculassero ai danni di chi ha prestato loro i soldi.
Concludo dicendoti solamente che le guerre tra poveri le scatenano i politici e in questo ci imbocca chi ancora non ha capito di che pasta sono fatti coloro i quali ci goverano, io sto solo facendo delle considerazioni mettendomi nei panni di chi sta peggio, molto peggio di me e che, tutto sommato, meriterebbe qualche possibilità in più. se un giorno ne conoscerari, sicuramente capirai i danni che stanno arrecando determinati personaggi al nostro sistema sociale

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