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Una crisi dopo l'altra, ora tocca al pomodoro

Se le cose vanno avanti così l'Italia smetterà di coltivare pomodori. Non è una minaccia ma un grido d'allarme e viene direttamente da confagricoltura, per voce di guglielmo garagnani, presidente della sezione dell'Emilia Romagna, regione in cui si produce il 70% dell'oro rosso italiano. "L'anno prossimo potremmo già smettere di produrlo". Perché si è arrivati a tanto?

La concorrenza, cina in testa, sta mettendo in ginocchio il settore. In Italia si consumano 550 milioni di chili all'anno e solo quest'anno sono entrati in Italia 100 milioni di pomodori cinesi. Ma il problema evidentemente non è la cina, di cui si lamenta a sproposito, ma il mercato, che fissa i prezzi in base alle proprie logiche. E le regole di mercato non le hanno introdotte i cinesi, ma noi stessi

Quindi succede che in sede ue si fissi il prezzo della tonnellata di pomodori (parliamo qui di quello da conserva, non da insalata) a 72 euro la tonnellata, 8 in meno che lo scorso anno. I produttori ce la fanno appena a coprire le spese, ma se poi si aggiunge, come è avvenuto quest'anno, troppa pioggia in primavera e sbalzi climatici in estate, non si pagano nemmeno più quelle

Per finire, quest'anno scade il contributo che la ue concedeva fin'ora e se ne applicherà uno nuovo, in base agli ettari e non alla produzione. L'agricoltura italiana e quella europea, senza sussidi e protezioni, non reggono la concorrenza e non c'è nulla da fare. Dall'anno prossimo per gli agricoltori non sarà più conveniente coltivare pomodori

Quel che è peggio è che attorno al settore lavorano 40mila addetti

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1 Commenti:

21 Febbraio 2012, 14:31

La provenienza dei pomodori nei banchi di frutta non viene esposta sulle provenienze per nessun prodotto ,non ce' controllo

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