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Partite iva, ma quali autonomi? 500mila dipendenti nascosti

"Se vuoi essere assunto, devi aprirti la partita iva". Con questa frase molti datori di lavoro inchiodano gli aspiranti dipendenti a una dinamica che li penalizza: essere lavoratori subordinati, senza avere il giusto inquadramento. Perché se essere un vero lavoratore autonomo è faticoso, ma almeno può compensare a livello economico, essere un finto autonomo è una vera disgrazia

In Italia ci sono  9 milioni di partite iva aperte e, di queste, 6,5 milioni sono attive. Non è un mistero come molte di queste servano a coprire lavoratori dipendenti, collaboratori, consulenti senza albi e altre tipologie di lavoratori che autonomi non sono. Un'inchiesta del quotidiano la stampa mette a nudo queste prassi

Per prima cosa, quante sono le vere partite iva? sommando le aziende, i liberi professionisti con un ordine professionale, gli artigiani, si arriva a circa 3 milioni e mezzo. E gli altri? per lo meno 500mila sono dipendenti di fatto, il resto sono free lance, collaboratori e consulenti senza albo

La partita iva è utile quando si hanno più clienti, almeno tre o quattro ed è conveniente se i ricavi sono alti e le spese sono elevate e giustificabiliperché con il reddito salela quota di spese deducibili

Al di sotto dei 30mila euro di reddito invece, dal punto di vista fiscale è indifferente aprirla o non aprirla, ma dal punto di vista contributivo è davvero penalizzante. Se il futuro delle pensioni è incerto, quello di chi oggi ha una partita iva, ma lavora, di fatto, come dipendnete, è nero

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