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Quasi nessuno conosce la csr (cassa di sovvensioni e risparmio) eccetto i soci e i familiari stretti dei dipendenti della banca d'Italia, ed è forse l'unica vera banca popolare che ci sia ancora nel nostro paese. È stata fondata, infatti, dai lavoratori di via nazionale e i sindacati interni ed ora ha sul tavolo l'approvazione del mutuo prima casa a tasso fisso dell'1%, con l'obiettivo di favorire i giovani assunti. Ma l'organo di vigilanza sta indagando se questo possa avere ripercussioni sulla banca d'Italia

Le condizioni che la csr offre ai propri clienti sono infatti eccellenti: come l'ultimo prodotto pensato dalla cassa: un mutuo a tasso fisso dell'1%. Il prestito è erogabile ai dipendenti in servizio o in pensione per (esclusi i familiari in questo caso), con obbligo di residenza e un importo massimo di 300mila euro

Niente di strano a sentire Luigi leone, segretario nazionale della falbi-confsal, il sindacato maggioritario di bankitalia. "Anche anni fa, quando l'inflazione viaggiava sul 16%, un dipendente di via nazionale poteva fare un mutuo al 6%", oggi l'inflazione è al 3%, il tasso che offriamo è all'1%, mi sembra regolare, no?"

Ma scontri interni a parte sui sindacati, il punto adesso è che sulla questione sono entrati a gamba tesa i colleghi della vigilanza di bankitalia, preoccupati per il reperimento della provvista di denaro in un momento difficile anche solo per la valutazione di lungo periodo di un possibile impatto dell'agevolazione su bankitalia

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