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Il dato della riforma del lavoro è tratto. Dopo giorni di intense trattative tra governo e sindacati per la tanto agognata riforma che dovrebbe far ripartire il mercato del lavoro in Italia- e dare un futuro lavorativo ai giovani- il governo ha dato per conclusa la questione. La riforma si farà, anche senza la firma di tutte le parti sociali, dopo il no della cgil alla modifica dell'articolo 18.

Il governo tira dritto, quindi, e monti ha affermato "nessuno oggi ha il potere di veto" e "ci dispiace, ma per noi la questione è chiusa". In una lunga conferenza con la stampa, il ministro del lavoro elsa fornero ha spiegato i nodi cruciali della riforma -già annunciati nei giorni scorsi- mentre prepara un ultimo "tavolo conclusivo" per giovedí.

Penalizzazione dei contratti determinati (con un costo aggiuntivo per le imprese), abolizione degli stage gratuiti dopo il periodo della formazione, introduzione dell'aspi (il nuovo sussidio di disoccupazione)sono i termini salienti della riforma che il governo intende portare avanti (come dal video di presentazione).

Per quanto riguarda il tanto discusso articolo 18 (guarda video) il licenziamento discriminatorio "è nullo, è come se non fosse mai avvenuto", ha detto la fornero, e le garanzie del "vecchio" articolo 18 saranno estese anche alle aziende con meno di 15 dipendenti. Per i licenziamenti dovuti a questioni economiche è previsto un indennizzo, mentre per i licenziamenti disciplinari sarà il giudice a decidere.

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