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Calano ancora i prezzi delle case in Piemonte, con valori in discesa del 2,1% nella prima parte dell’anno, a una media di 1.587 euro/m². E' la fotografia del portale idealista sull’andamento dei prezzi di 12.204 unità immobiliari pubblicate sul portale dai proprietari piemontesi tra l’1 gennaio e il 30 marzo.

I prezzi in provincia
Tutte le province della regione del nord-ovest chiudono il trimestre con un saggio negativo: la performance peggiore spetta a Verbano-Cusio-Ossola (-5,5%), seguita da Biella (-3,1%), sempre più fanalino di coda nel ranking nazionale dei prezzi con appena 794 euro/m².

Più timidi i ribassi nelle altre aree, con contrazioni inferiori alla media del periodo per Torino (-1,9%), Novara (-1,5%), Vercelli (-1,4%) Cuneo (-1,1%) e Asti (-0,2%). La provincia più cara è Torino (1.783 euro/m²) Su Verbano-Cusio-Ossola, seconda nella mappa dei prezzi delle case piemontesi, con i suoi 1.659 euro al metro quadro.

Nelle città capoluogo l’andamento resta prevalentemente ribassista con 6 centri su 7 in terreno negativo dopo il primo trimestre del 2015. In un contesto in cui la sola cuneo (3%) fa eccezione, tutte le altre città si accodano al trend generale con valori a picco a Biella (-4,2%), Verbania (-3,3%) e Novara (-2,8%), mentre Torino (-1,9%) Asti (-0,8%) e Vercelli (-0,5%) calano a un ritmo meno sostenuto.


Dopo la performance positiva dei mesi invernali cuneo (2.053 euro/m²) Sale in cima alla graduatoria delle città più care della regione davanti a Verbania (1.949 euro/m²), Mentre Torino è solo terza con i suoi 1.940 euro al metro quadro. All’opposto della tavola c’è Biella dove per le quattro mura occorrono solo 841 euro al metro quadro.

Idealista offre l’andamento dei prezzi a livello quartiere nella città di Torino il numero di immobili presenti negli altri centri non consente ancora di fornire questo d’informazioni.

Piemonte, nel primo trimestre dell'anno i prezzi delle case scendono del 2,1%

La situazione a livello nazionale
Prosegue la discesa dei valori immobiliari nella penisola, con un calo dello 0,8% nei primi mesi del 2015 che fissano il prezzo medio delle case a 2.061 euro/m²

I principali mercati italiani evidenziano un comportamento ancora piuttosto altalentante nel primo quarto dell’anno con 3 regioni, 30 province e 19 città che chiudono il trimestre positivo, ma prevalgono i segni meno.

Nella maggior parte delle macro-aree regionali il trend si mantiene prevalentemente ribassista eccetto che per il Veneto (2,7%), la Valle D’Aosta (1,3%) e il Trentino-Alto Adige (0,1%). Quadro meno omogeneo a livello provinciale e cittadino dove i ribassi colpiscono mediamente 3 mercati su 4.

In questo contesto i principali capoluoghi di regione non fanno eccezione e marcano ancora una Chiara tendenza negativa anche se, con riferimento alle variazioni annuali, la situazione è in graduale miglioramento sia a Roma (0,8) che a Milano (0,2%), città che di solito anticipano i trend nazionali. Sul trimestre la performance peggiore è quella di Genova (-5,5%) mentre Firenze (0,4%) e Venezia (0,6%) sono in controtendenza.

Su un totale di 83 capoluoghi monitorati (altri 35 non sono rilevabili), 19 chiudono questo trimestre in terreno positivo. Fra questi le performance migliori spettano a Bergamo (6,8%), Cremona (5,2%) e Cuneo (3%). Variazioni minime - comprese tra l’1% e il meno 1% - sono un segnale di stabilizzazione per altre 25 città, cali più decisi per altri 38 centri racchiusi tra l’1,2% di Ancona e il meno 9,3% di Barletta, il comune capoluogo più svalutato dopo i mesi invernali.

Secondo Vincenzo de Tommaso, responsabile ufficio studi Idealista.it: “sul fronte dei prezzi il mercato denota ancora segni di stanchezza, con oscillazioni più o meno forti a seconda dei mercati e di un parco immobiliare in bilico tra due opposte opposte tendenze: gli immobili ben posizionati, di seconda mano ma in ordine o con elevati standard qualitativi hanno già ripreso a salire, mentre all’opposto, prodotti di qualità medio bassa continuano la loro discesa e toneranno a livelli pre-euro. Per questo è lecito attendersi ancora una lunga, graduale fase di stabilizzazione”

 

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