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casa di lusso
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Il lusso cambia identità, e lo si vede particolarmente nei mercati immobiliari di Milano e Roma. Santandrea, marchio dell’immobiliare di pregio del gruppo Gabetti, ha presentato insieme a Doxa un osservatorio dedicato alle due città. L'Ad Fabio Guglielmi e Paola Caniglia di Doxa hanno commentato i dati dell'analisi per meglio delineare cosa significhi, oggi, vivere il vero lusso.

Cosa vuol dire "lusso" nel 2018?

 “Negli anni 30 si cercava la casa in città; negli anni 60, la casa grande. Oggi, lusso vuol dire semplicità – risponde Fabio Guglielmi, ad di Santandrea Luxury Houses. - Chi può permetterselo vuole questo: soluzioni che rendano la vita meno complicata, sicurezza, comodità, benessere, a prescindere dalla dimensione delle stanze. Il solo limite è che noi progettiamo case oggi per venderle tra diversi anni, quindi si tratta sempre di un “nuovo vecchio”. Quindi oggi, ad esempio, abbiamo la domotica; ma la domotica è già vecchia. Necessita di password, è troppo complicata. La casa invece deve rispondere da sola alle esigenze, incarnare delle filosofie e adattarsi al mondo che cambia. Cambiamento climatico? Le case si dotano di balconi anche a Milano, dove prima il clima era diverso. La seconda casa in montagna sotto i 2000 metri va ripensata, perché tra qualche anno non servirà più per lo sci”.

Quali sono le tendenze delle residenze di pregio nel 2018?

“Sono diverse le caratteristiche che oggi si ricercano in una casa di lusso – risponde Paola Caniglia Home & Retail Director di Doxa. – innanzitutto, il piacere dell’abitare. Quando si compra una casa non si acquistano solo le mura, ma la loro personalità, non la location ma anche il contesto di servizi e di bellezza che rende il viverci una esperienza esclusiva. In secondo luogo, il mercato dell’immobiliare di pregio è un mercato di sostituzione. Non è costituito cioè da chi cerca la prima casa, ma da chi desidera una soluzione abitativa migliore rispetto a quella che già possiede. In terzo luogo, ci si orienta non tanto alla quantità degli spazi quanto alla loro qualità di uso. Oggi tutti i componenti dei una famiglia hanno esigenze di lavoro, di svago, di studio, e occorrono spazi in grado di soddisfare tutti”.

Quali sono alcune delle richieste distintive di chi cerca un immobile di pregio?

“Oggi i clienti sono molto più esigenti che in passato rispetto alle proprie richieste. Per fare un esempio – spiega Caniglia - i bagni sono sempre più percepiti come spazi di benessere personale. Diventano quindi più numerosi, anche uno per stanza, e consentono una maggiore personalizzazione dell’idea di relax. Inoltre costituiscono un elemento di rivalutazione dell’immobile, come anche la luninosità dei locali, più ancora della presenza di un box auto. Si chiede anche che la casa sia all’avanguardia quanto a tecnologia, ma tale tecnologia deve essere semplice, integrata negli oggetti, non visibile. Deve essere un servizio: il cliente oggi vuole più che altro servizi che risolvano i piccoli problemi quotidiani, eliminando le preoccupazioni. Infine, la richiesta forse più importante di tutte: la sicurezza. Qualsiasi device per la sicurezza è benvenuto”. 

Quanto pesano i servizi di quartiere nella definizione di lusso? 

“I servizi sono parte integrante del benessere ricercato da chi desideri un’abitazione di pregio – risponde Guglielmi. - Trovarsi in zone dotate di trasporti, scuole, università, piscina o palestra è un plus. Ma anche all’interno degli edifici si può avere una palestra, un meccanico, un baby sitter, a patto che non risulti in una spesa sproporzionata per il condominio. Le residenze di lusso possono essere un interessante campo di sperimentazione per queste soluzioni, che un domani potrebbero riversarsi a cascata su tutta l’offerta abitativa, come accade per le tecniche automobilistiche. Per il futuro dobbiamo prevedere servizi più “maturi”, perché saranno sempre meno i giovani che abiteranno la città. Non possiamo più concepire la città con al centro la chiesa e il municipio, e con le periferie tutto intorno: oggi il lusso può essere dislocato, e anche al presente occorre non solo immaginare nuove costruzioni ma anche rivalutare quelle esistenti”.

Quanto impatta la sharing economy e la ricerca di soluzioni abitative low cost, stile Airbnb? 

“Sicuramente il fenomeno ha le sue conseguenze – commenta Caniglia. - La condivisione influenza la scelta delle case, soprattutto nelle nuove generazioni: non vogliono più il box auto perché possono avere le auto in affitto. Non vogliono più acquistare casa, perché probabilmente la erediteranno, quindi nel frattempo si gestiscono con la locazione, scegliendo case nuove e moderne. Così si apre un futuro considerevole per il mercato delle locazioni”. 

“La sharing economy e le ferie low cost possono aver svuotato Santa Margherita Ligure a favore di mete all’estero – aggiunge Guglielmi, - ma anche a Milano è sempre più presente l’utilizzo condiviso delle strutture, esploso con Expo2015. Quindi le seconde case che fine fanno? Non credo che scompariranno, ma avranno certamente un uso diverso, più frammentato, anche in considerazione del fatto che ormai se non si fanno più tre settimane di vacanze comunque si va fuori città nei weekend. L’occupazione delle seconde case può essere comunque continua, forse gli hotel soffrono un po’ di più per questo”. 
 

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