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Prezzi bassi, smart working, agevolazioni fiscali: perché è il momento di investire al Sud
GTRES

La crisi causata dal coronavirus sta avendo, e continuerà ad avere, effetti su molti settori sociali ed economici. Non fa eccezione il mondo immobiliare, che potrebbe offrire le occasioni migliori proprio nei mercati rimasti finora marginali. Per prezzi delle case, agevolazioni fiscali e possibilità di lavorare in smart working, infatti, questo è il momento migliore per investire in immobili nel Sud Italia. Vediamo perché.

L’effetto più evidente dell’emergenza covid, infatti, è stato quello di accelerare una vera e propria rivoluzione industriale: quella che permetterà a tantissimi italiani (e non solo) di lavorare in modalità agile, ovvero di svolgere il proprio impiego da casa per una parte considerevole del tempo. Sono molte le aziende che hanno già comunicato ai propri dipendenti che torneranno in ufficio su base volontaria e che lo smart working sarà non solo ammesso, ma addirittura incentivato.

L’impatto dello smart working

Questo vuol dire che un dipendente con un contratto basato a Roma o a Milano, per esempio, potrà vivere e lavorare da casa in un Comune di un’altra regione, magari recandosi nell’ufficio della grande città qualche giorno al mese. Si tratta quindi di un cambio di scenario epocale che non ha effetti solo sulla sfera sociale e familiare, ma anche e soprattutto su quella economica.

Perché, potendo vivere in una città diversa da quella in cui ha sede l’azienda per cui si lavora, il risparmio, qualora si scegliesse di vivere in una città del Sud, sarebbe considerevole. Tralasciando il costo della vita, e concentrandosi esclusivamente sull’ambito immobiliare, la differenza dei prezzi delle case è netta. Basti pensare che a Milano e Roma, le principali città italiane per l’offerta lavorativa, i prezzi di acquisto al mq si aggirano rispettivamente sui 4.103 e 2.894 euro.

Mentre i costi di un canone d’affitto medio sono di 20 euro/mq a Milano e 12,90 euro/mq a Roma. Questi dati, sia di affitto che di vendita, si riferiscono ai prezzi in città e non nella provincia. Decisamente diversi, invece, i costi di acquisto di una casa in molte province del Sud (da cui provengono anche molti lavoratori che si sono trasferiti altrove per necessità di lavoro).

Prezzi delle case

Nella provincia di Isernia il prezzo medio al mq di una casa è di 721,87 euro, a Caltanissetta 724,43 euro, a Enna 835,27 euro, solo per citare le tre province con i prezzi più bassi. Ma il prezzo medio di vendita di una casa resta sotto i 1.000 euro al mq anche ad Agrigento, Reggio Calabria, Cosenza, Benevento, Avellino, Ragusa, Crotone, Campobasso, Siracusa, Catanzaro, Lecce.

Eppure, non mancano i casi di comuni del Mezzogiorno che mettono in vendita immobili a cifre simboliche, con l’intenzione di ripopolare questi piccoli centri ormai quasi disabitati. È il caso, ad esempio, di Taranto in Puglia, Sambuca in Sicilia e Cinquefrondi in Calabria. In Molise, poi, è stata lanciata l’iniziativa del Reddito di residenza attiva: 700 euro al mese per chi ripopola i comuni della Regione.

Ma l’acquisto di un immobile al Sud, non va visto come un’opportunità solamente per una prima casa. Ma anche, e forse soprattutto, come un investimento per una casa vacanze. Perché, sempre tornando al tema dello smart working, già da questa estate molti lavoratori hanno approfittato della flessibilità del lavoro agile per partire con le proprie famiglie e lavorare da remoto nelle località balneari o di montagna. Le case vacanze per smart worker sono una tendenza destinata a crescere esponenzialmente in poco tempo.

Le agevolazioni per i “rimpatriati” e i pensionati

Il mercato immobiliare del Sud Italia, poi, è particolarmente allettante per gli italiani (ma non solo) che decidono di tornare in Italia. La cosiddetta legge per i “rimpatriati”, infatti, prevede uno sconto fiscale molto importante per chi, dopo almeno due anni di residenza in un Paese straniero, sposta la residenza in Italia. Sostanzialmente, si tratta di un regime di tassazione agevolata temporaneo.

“Affinché sia applicabile – si legge dal sito dell’Agenzia delle Entrate –  devono sussistere due presupposti: il lavoratore non è stato residente in Italia nei due periodi d’imposta precedenti il trasferimento e si impegna a risiedervi per almeno due anni, l’attività lavorativa è svolta prevalentemente nel territorio italiano”.

Lo sconto sull’imponibile fiscale dei lavoratori rimpatriati è pari al 70% per 5 anni. Ma, attenzione, se la residenza viene spostata in un Comune del Sud (regioni Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna, Sicilia), la quota di sconto sale al 90%. Inoltre, in caso di acquisto di un immobile dove si fissa la residenza, sempre in uno dei comuni delle regioni del Sud, il beneficio fiscale si estende per ulteriori 5 anni. Sostanzialmente, considerati anche i prezzi bassi, quello che si risparmia sulla tassazione servirebbe per l’acquisto di casa.

È prevista una tassazione al 7% per i redditi di fonte estera dei pensionati che hanno risieduto fuori dall’Italia negli ultimi 5 anni e che spostano la residenza in una piccola città del Sud (regioni Sicilia, Calabria, Sardegna, Campania, Basilicata, Abruzzo, Molise e Puglia) con meno di 20.000 abitanti.

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