Il ceo e team leader di Keller Williams Coastal, Lakes, and Mountains di Portsmouth, nel New Hampshire, ha spiegato a idealista/news in che modo cambierà il settore e come migliorare la propria attività
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Jeff D’Angelo, Keller Williams
Jeff D’Angelo, ceo e team leader del Market Center Keller Williams Coastal, Lakes, and Mountains di Portsmouth, nel New Hampshire Keller Williams

Come sarà l’agente immobiliare del futuro? E come è possibile migliorare il proprio business? Qualche interessante indicazione la offre Jeff D’Angelo, ceo e team leader del Market Center Keller Williams Coastal, Lakes, and Mountains di Portsmouth, nel New Hampshire (Stati Uniti). Vediamo, in particolare, quanto spiegato a idealista/news.

Secondo l’agente immobiliare KW, che il mese scorso ha tenuto in Italia una serie di incontri formativi, è importante il modo in cui si fa l’agente immobiliare ed è importante che cosa si fa. Parlando delle nuove tecnologie, ha focalizzato l’attenzione sull’uso dell’Intelligenza Artificiale “per l’identificazione del mercato del futuro”, sottolineando che “alcune delle tecniche e tecnologie che si stanno sviluppando oggi potranno in futuro determinare il cambio del mercato immobiliare”. Ha però voluto anche precisare che sicuramente il settore immobiliare trae “giovamento dalla tecnologia, ma quest’ultima non ha sostituito e non sostituirà la figura dell’agente”.

Ma cosa deve fare assolutamente un agente immobiliare per organizzare al meglio il proprio lavoro? La risposta di Jeff D’Angelo è chiara: avere una pipeline aggiornata, piena di clienti e lavorare su quella; guardare oltre il business che si ha oggi per prepararsi al business di domani. Ma anche gestire il tempo nel modo giusto. Da oltreoceano, poi, bisognerebbe replicare il sistema di collaborazione tra agenti, che “permette di servire meglio i clienti” e di mettere “l’intero settore immobiliare sotto una luce migliore, in un’ottica open source”. Vediamo di seguito quanto spiegato a idealista/news dal ceo e team leader del Market Center Keller Williams Coastal, Lakes, and Mountains di Portsmouth.

La pandemia ha mostrato chiaramente quanto sia importante il ruolo giocato dalle nuove tecnologie. Adesso poi si parla sempre più frequentemente di Metaverso. Qual è il futuro per chi lavora nel settore immobiliare?

“Premettendo che questa è solo una mia opinione personale, la pandemia non ha concorso a inventare nuove tecnologie, bensì ha accorciato i tempi di implementazione delle tecnologie che già erano disponibili, rispetto a quella che sarebbe stata una progressione e uno sviluppo naturale delle stesse. 

Ci sono tanti modi per sviluppare il business immobiliare che non sono quelli tradizionali a cui siamo sempre stati abituati; per esempio, vediamo come molte persone siano disponibili a comprare casa sulla base di un virtual tour, senza neanche averla visitata fisicamente; tante convinzioni, tanti modi di fare consolidati ora vengono - via via - totalmente sovvertiti.

Quello che è sorprendente è – per esempio - l’uso dell’Intelligenza Artificiale per l’identificazione del mercato del futuro (tramite l’identificazione della clientela che è pronta a vendere case): trattasi di software di IA che possono dirci quali saranno le micro-zone dove avremo più case che andranno sul mercato, software che permetteranno quindi all’agente di concentrarsi su quelle strade, vie o quartieri in cui si pensa ci sarà maggiore attività. Alcune delle tecniche e tecnologie che si stanno sviluppando oggi potranno in futuro determinare il cambio del mercato immobiliare”.

Quali sono le regole e gli obiettivi principali che un professionista del settore deve assolutamente seguire e perseguire?

“La cosa principale è che bisogna sempre avere una pipeline aggiornata e piena di clienti e lavorare su quella; bisogna guardare oltre il business che si ha oggi per prepararsi al business di domani, bisogna già cercare oggi il business di domani altrimenti si rischia di rimanerne senza. L’‘oggi’ potremmo definirlo come una distrazione rispetto al ‘domani’.

La pandemia ha portato molte persone a ricredersi circa l’idea che il settore immobiliare sia un business dove le relazioni non sono fondamentali. Questo è un settore che sicuramente trae giovamento dalla tecnologia, ma quest’ultima non ha sostituito e non sostituirà la figura dell’agente, può solamente migliorare il servizio che gli agenti offrono.

La costruzione quotidiana della tua pipeline porta con sé il bisogno di aggiungere quotidianamente contatti al tuo database, che altrimenti – con il tempo – tenderebbe a divenire obsoleto; bisogna invece tenerlo aggiornato, continuando sempre a sviluppare nuove relazioni attraverso la lead generation”.

Aumentare la produttività è certamente il desiderio e il fine ultimo di tutti coloro che fanno business. In che modo è possibile fare ciò in ambito immobiliare?

“La questione principale è gestire il tempo nel modo giusto, capire quali siano le attività che portano un ritorno e dei ricavi e quali quelle che non portano produzione. Questo serve a comprendere cosa possiamo delegare ad altri strumenti, sistemi o persone e su cosa dobbiamo invece concentrarci in prima persona”.

Quali sono, a suo avviso, i punti vincenti del modello di business americano da adottare in Italia?

“Uno dei punti vincenti è sicuramente il sistema di collaborazione tra agenti, non solamente inteso come scambio di informazioni tra gli agenti dello stesso Market Center, ma anche con agenti esterni, quelli al di fuori dell’organizzazione KW; questo permette di servire meglio i clienti, ma non solo, mette l’intero settore immobiliare sotto una luce migliore, in un’ottica open source”.

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