Si aggiunge un altro capitolo alla già controversa epopea del caro affitti a Milano e dei tentativi di arginarlo, in particolare promuovendo il ricorso al canone concordato. Una sentenza del Tar potrebbe ampliare la platea dei beneficiari di agevolazioni fiscali in caso si aderisca ad un accordo per affittare casa non a canone di mercato ma a prezzo calmierato nel capoluogo lombardo. Una possibilità che era stata parzialmente negata, lo scorso anno, nell’ambito della creazione dei piani per il canone concordato sul territorio di Milano, circostanza che ha generato un ricorso delle associazioni dei proprietari e degli inquilini al Tribunale Amministrativo contro il Comune. Che nella vicenda ha avuto la peggio. Ma vediamo cosa è successo in sede giudiziaria e cosa cambia adesso.
Canone concordato a Milano, agevolazioni a doppia velocità
La vicenda ha avuto inizio con l’approvazione, durante l’estate del 2023, di due accordi separati per l’applicazione del canone concordato a Milano, entrambi entrati in vigore lo scorso settembre. La differenza tra i due accordi consiste nel fatto che uno dei due era promosso da Unioncasa, Confabitare Feder.casa ed Assocasa, associazioni di proprietari e inquilini, mentre l’altro ha avuto il patrocinio del Comune di Milano; ma solo per quest’ultimo si erano previste delle importanti agevolazioni fiscali per coloro che vi avessero aderito. Una situazione che di fatto privilegiava questo secondo accordo, snaturando peraltro il ruolo del Comune, il quale dovrebbe promuovere qualsiasi accordo nell’interesse dei cittadini, senza privilegiarne alcuno.
Con queste motivazioni, le associazioni hanno fatto ricorso al Tar, chiedendo appunto l'annullamento della DD 7501 dell'11 settembre 2023, che privilegiava l’accordo locale firmato il 27 luglio 2023 con il patrocinio del Comune di Milano, a scapito dell’accordo territoriale del 12 giugno 2023 promosso dalle associazioni stesse. Il ricorso è stato accolto con la sentenza n. 2005/2024 del Tar della Lombardia, sezione III, di Milano, pubblicata il 27 giugno 2024.
La sentenza del Tar sul canone concordato a Milano
La sentenza del Tar della Lombardia che accoglie il ricorso delle associazioni annulla quindi la determina del Comune di Milano “nella parte in cui esclude l'accordo […] sottoscritto in data 12 giugno 2023 – poi integrato in data 26 luglio 2023 – dalle Associazioni Assocasa, Feder.casa Lombardia, Confabitare e Unioncasa, dall'applicazione della aliquota agevolata IMU e dall'accesso ai contributi economici erogati dal Comune di Milano per il tramite dell'agenzia “MilanoAbitare”, considerando a tali fini soltanto l'Accordo Locale sottoscritto in data 27 luglio 2023, tra le Associazioni sindacali territoriali dei conduttori (SUNIA Milano,UNIAT e CONIA Milano e Provincia) e le Associazioni della proprietà edilizia(ASSOEDILIZIA aderente a CONFEDILIZIA, UPPI, ASSPI MILANO, APPC eCONFAPPI Milano)”.
Posto che anche l’accordo sottoscritto a giugno e integrato a luglio avrebbe i numeri per beneficiare di agevolazioni fiscali, la sentenza specifica una “riserva di separata azione per il risarcimento per equivalente monetario”. E si pone inoltre il tema “della sussistenza, o no, del potere del Comune di negare il regime agevolato agli accordi che si siano sottratti al tavolo concertato avviato dal Comune stesso, e che non ne abbiano perciò ottenuto l’approvazione”, aggiungendo che “la normativa di settore attribuisce ai Comuni il compito di convocare le organizzazioni rappresentative al fine di avviare le trattative tra di esse, di recepire il testo degli accordi, a seguito del loro deposito e di assicurare alle stesse“la massima pubblicità””, nell’interesse dei cittadini, ma “ nulla nella legge autorizza a concludere che le parti abbiano l’obbligo di aderire alla sola proposta maturata in tale sede, e che il Comune, di conseguenza, possa sottrarre ogni altro accorso alla disciplina giuridica che è regolata dalla legge sulla base di altri presupposti; si tratterebbe, diversamente, di un contratto imposto”.
Contratti a canone concordato a Milano, possibili risarcimenti
A seguito della sentenza, si apprende quindi che il Comune non aveva potere di attribuire agevolazioni fiscali ad uno solo degli accordi entrati in vigore lo scorso settembre: ci si aspetta quindi che tali agevolazioni dovranno essere estese a tutti gli accordi a cui liberamente i proprietari di casa sceglieranno di aderire per affittare casa a canone concordato.
Inoltre, si apre la strada per ottenere dei risarcimenti per coloro che abbiano affittato casa a canone calmierato sotto l’egida delle Associazioni; ciascuno di loro avrebbe infatti avuto diritto alle agevolazioni a partire dall’entrata in vigore degli accordi stessi.
Canone concordato a Milano, i commenti delle Associazioni
Soddisfatte, ovviamente, le associazioni. "La decisione del TAR - commenta Alberto Zanni presidente nazionale di Confabitare - rappresenta un importante passo avanti verso la tutela dei diritti delle associazioni e la promozione di un ambiente più equo e trasparente per tutti gli attori del settore delle locazioni a canone concordato".
"Questa sentenza rappresenta una vittoria per la giustizia e per tutte le associazioni che, come la nostra, si impegnano a garantire condizioni eque e trasparenti nel mercato delle locazioni a canone concordato. La sentenza chiarisce che il Comune, oltre ad un potere di impulso nel convocare le parti, non può sindacare l’accordo nel merito e non può privilegiare sotto il profilo fiscale un accordo rispetto ad un altro, come in effetti è accaduto. Si pone a questo punto il problema del danno subito dalle associazioni firmatarie dell’accordo disconosciuto", ha aggiunto Daniele Giusto presidente di Confabitare Milano.
“Non nascondiamo la soddisfazione per aver finalmente ottenuto ragione anche presso il TAR Lombardia nei confronti del Comune di Milano, ma soprattutto perché questa sentenza, che si può definire storica dopo 25 anni dall’uscita della legge, mette fine alle prevaricazioni di certe Amministrazioni Comunali che ingiustificatamente si arrogano il ruolo di “approvare” quanto non di loro competenza”, si unisce al coro Flavio Sanvito Presidente Unioncasa. “Auspichiamo che tale sentenza possa mettere fine alle tante interpretazioni, a volte arbitrarie e strumentali che negli ultimi tempi si sono susseguite anche a causa di un aumento di Accordi locali separati in tanti comuni grandi e piccoli, frutto di scelte a volte non condivise unanimemente, ma che, proprio per citare l’esempio di Milano, hanno portato dopo ben ventidue anni ad un accordo che funziona e che ha aperto la strada a una reale alternativa al libero mercato. I dati oggi sono ancora provvisori, ma già possiamo affermare che dall’1% di contratti degli anni precedenti dichiarato dal Comune di Milano sin da subito (giugno 23) si è verificato un aumento a due cifre che riteniamo col tempo e una maggiore conoscenza da parte degli operatori immobiliari, di proprietari e inquilini, possa abbondantemente superare il 50% dei contratti di locazione complessivi, come già accade in molte città italiane con punte che superano anche l’80%” conclude Sanvito.
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