Delineare con precisione il numero dei conduttori in difficoltà con il pagamento del canone di locazione è difficile, perché mancano delle statiche ufficiali su cui basare qualsiasi ragionamento. La percentuale degli inquilini morosi varia a seconda delle fonti che vengono utilizzate: alcuni dati parlano di un 60/62% di famiglie con problemi nell’essere regolari con i pagamenti. Secondo i dati Istat più recenti - che si riferiscono al 2024 - il 12% delle famiglie sarebbe in ritardo con i canoni di locazione, mentre secondo un’altra indagine ci sarebbero almeno il 50% degli inquilini che lasciano l’alloggio senza saldare la pigione.
Quanti sono gli inquilini morosi
Mancando una statistica ufficiale grazie alla quale sia possibile quantificare il numero esatto degli inquilini morosi in Italia, è necessario dare uno sguardo alle varie analisi sull’argomento (qui si può consultare la Banca dati inquilini morosi). Che, però, danno dei risultati contrastanti tra di loro: la percentuale delle famiglie in ritardo con l’affitto oscilla - in base alle analisi a cui si vuole dar credito - tra il 12% ed il 62%.
Secondo un’indagine riportata da AGI alla fine del 2024, gli inquilini che pagano l’affitto in ritardo sarebbero il 62%, e almeno la metà lascerebbe l’immobile senza riuscire a saldare i debiti con il proprietario. Sempre stando a questo report il profilo degli inquilini morosi sarebbe il seguente:
- per il 68,8% è un uomo;
- nel 31,7% dei casi ha un'età compresa tra i 40 ed i 49 anni (nel 22,8% dei casi l'’età scende tra i 30 ed i 39 anni).
La maggior parte delle morosità coinvolge dei contratti con un canone medio-basso: nel 63,9% dei casi sono importi fino a 500 euro al mese.
I dati che arrivano dall’Istat
L’Istat ha scattato una fotografia delle famiglie che vivono in affitto in due diverse indagini:
Da queste ricerche emerge che oltre il 12% delle famiglie in Italia risulterebbe essere in ritardo con il pagamento del canone di locazione: un dato meno drammatico rispetto a quello della ricerca che è stata diffusa lo scorso anno, ma che mette lo stesso in evidenza una situazione preoccupante e in crescita per il mercato degli affitti. I punti chiave della ricerca dell’Istat sono due:
- le famiglie in ritardo con il pagamento del canone di locazione sono oltre il 12%;
- gli arretrati sono determinati da delle difficoltà crescenti: l’aumento dei costi generali - in particolare quelli legati alle spese energetiche - hanno un impatto maggiore sulle famiglie meno abbienti, che si trovano in difficoltà nel riuscire a pagare l’affitto.
Quanti inquilini in Italia non pagano l'affitto?
Leggermente diversa è la situazione quando cerchiamo di comprendere quante persone non pagano l’affitto: in questo caso possiamo dare una risposta guardando alle convalide di sfratto. Secondo uno studio del Sicet Cisl - che si basa su dati del Ministero dell’Interno - tra il 2021 ed il 2024 sono state registrate 40.000 convalide di sfratto.
Nell’arco di un anno - tra il 2023 ed il 2024 - sono cresciute del 10% le richieste da parte dei proprietari e, contestualmente, sono cresciuti del 15% gli sfratti per ragioni diverse rispetto alla morosità dell’inquilino, che sono passate da 8.671 del 2023 a 10.117 del 2024.
Il sindacato degli inquilini della Cisl ha sottolineato che sembra essere stata confermata la stabilità delle convalide di sfratto del periodo post-pandemico: da un punto di vista strettamente numerico hanno ricalcato l’emergenza sfratti che era stata innescata dalla recessione economica del 2008-2009, che ha raggiunto il suo culmine nel periodo compreso tra il 2012 ed il 2016 quando i provvedimenti di sfratto si attestavano a circa 70.000 l’anno.
Le città più calde per gli sfratti
Il fronte più caldo per gli sfratti è indubbiamente la Lombardia, dove sono aumentate le richieste di esecuzione del 60% (il riferimento è il 2024 rispetto al 2023). Allo stesso tempo è aumentato del 40% l’intervento della forza pubblica. La situazione di Milano appare quella più grave, dove sono diminuite del 20% le sentenze di convalida, ma gli sfratti eseguiti sono passati da 133 a 1.597.
Sono state accumulate qualcosa come 14.084 richieste di esecuzione presentate all’ufficiale giudiziario. Un numero impressionante, considerando che nel 2023 erano state segnalate solo 402 richieste di esecuzione. Se il Sicet Cisl ha messo in evidenza una situazione allarmante in Lombardia, nelle altre regioni ci sono delle situazioni da tenere sotto il dovuto controllo. Le sentenze di convalida sono in crescita in:
- Valle d’Aosta: +26%;
- Umbria: +18%;
- Puglia: +13%;
- Abruzzo: +12%;
- Campania: +11%;
- Marche: +8%.
Dando uno sguardo a cosa avviene a livello provinciale se segnalano:
- Terni: +110%;
- Fermo: +74%;
- Gorizia: +58%;
- Venezia e Brindisi: entrambe +51%;
- Crotone: +50%;
- Pesaro: +35%;
- Benevento: +25%;
- Napoli: +23%.
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