La maggior parte delle agevolazioni fiscali in vigore nel 2025 sono state confermate anche per il prossimo anno. Quindi, chi avesse intenzione di effettuare dei lavori di miglioramento della casa nel 2026, può utilizzare il bonus ristrutturazioni o il bonus mobili: con il primo è possibile portare in detrazione il 50% delle spese sostenute per la prima casa (scendono al 36% per gli altri immobili), mentre con il secondo è possibile ottenere una detrazione del 50% delle spese sostenute per acquistare dei mobili. Qualche novità, invece, è prevista per l’attestato di prestazione energetica (APE), la cui nuova versione (con delle classi energetiche più dettagliate) è attesa per il 29 maggio 2026.
Cosa comprende il bonus ristrutturazione 2026
Quali sono gli interventi edilizi che a partire dal prossimo anno potranno essere fatti rientrare nel bonus ristrutturazione 2026? Prima di tutto ricordiamo che l’agevolazione prevede una detrazione fiscale pari al 50% per le abitazioni principali e del 36% per gli altri immobili: il limite di spesa massimo che può essere agevolato è pari a 96.000 euro.
Quali sono gli interventi ammessi
Sono diversi gli interventi che possono rientrare all’interno del bonus ristrutturazioni. I più importanti sono i seguenti:
- gli interventi di manutenzione straordinaria, all’interno dei quali vi rientrano le opere che modificano delle parti strutturali o degli impianti, come l’apertura di nuove porte o il rifacimento dell’impianto elettrico;
- la ristrutturazione edilizia;
- il restauro e il risanamento conservativo;
- la manutenzione ordinaria, ma solo se viene effettuata nelle parti comuni di un condominio residenziale;
- i lavori che portano ad un risparmio energetico e che possono rientrare anche nell’ecobonus;
- l’eliminazione delle barriere architettoniche: stiamo pensando, per esempio, all’installazione di un ascensore o di un montascale;
- la realizzazione di un posto auto pertinenziale o delle autorimesse;
- la bonifica dall’amianto.
Alcuni dettagli della detrazione
Il bonus ristrutturazione segue il principio di cassa: questo significa, molto semplicemente, che le spese che le famiglie sostengono nel corso del 2026 beneficeranno delle aliquote e dei massimali che sono stati previsti per il prossimo anno, che dovranno essere suddivisi in dieci quote annuali dello stesso importo.
Chi sarà obbligato a ristrutturare la casa?
Nuovi obblighi di efficienza energetica sono stati introdotti dalla direttiva europea case green (Ue) 2024/1275, attraverso la quale viene imposto ai proprietari di immobili residenziali meno efficienti dal punto di vista energetico di migliorare le loro prestazioni. Ad essere interessati dalle novità saranno principalmente gli immobili che rientrano nelle classi energetiche più basse, come la F e la G.
La direttiva europea case green, però, non ha introdotto un obbligo diretto ed immediato di ristrutturare i propri immobili: sono stati stabiliti degli obiettivi di efficientamento energetico, che devono essere raggiunti progressivamente a livello nazionale. E, tra l'altro, in Italia non è stato definito ancora un calendario preciso da rispettare: per recepire la normativa il nostro Paese ha tempo fino al mese di maggio 2026. Entro questa data dovranno essere definite le modalità esatte di attuazione.
Le scadenze che sono state introdotte dalla direttiva sono le seguenti:
- entro il 2030 gli edifici residenziali dovranno raggiungere almeno la classe energetica E;
- entro il 2033 gli edifici residenziali dovranno salire di un'ulteriore classe energetica, raggiungendo almeno la D;
- per il 2050 è stato fissato l’obiettivo finale: la neutralità climatica per tutto il parco immobiliare.
Cosa succede se non si ristruttura?
A questo punto è logico porsi una domanda: cosa succede nel caso in cui non si dovesse ristrutturare il proprio immobile. Per il momento non è ancora chiaro quali potrebbero essere le sanzioni previste per chi non si mette in regola con la direttiva europea, ma appare chiaro fin da ora che l’obiettivo è quello di disincentivare la compravendita e l’affitto degli immobili non efficienti.
Il rischio è che, almeno a partire dal 2030, gli immobili con una classe energetica troppo bassa diventino invendibili o non affittabili.
Cosa cambia per la certificazione energetica
Entro il 29 maggio 2026 l’Italia dovrà iniziare ad allinearsi con la direttiva europea case green introducendo la nuova versione dell’APE. Da un punto di vista strettamente pratico, per la famiglie e i proprietari immobiliari non ci sono dei cambiamenti veri e propri: le nuove certificazioni energetiche conterranno una scala di classe energetica più dettagliata (da A a G) e verrà introdotta la valutazione delle emissioni CO2 e del Global Warming Potential (GWP).
Non sarà necessario procedere con le ristrutturazioni degli immobili immediatamente, ma sarà necessario avere un APE aggiornato per poter vendere e affittare l’immobile.
Cosa cambia nel 2026
Vediamo nel dettaglio quali sono le novità più importanti per il prossimo anno:
- al suo interno, il nuovo Attestato di Prestazione Energetica dovrà includere più informazioni: la classe energetica, il consumo annuo di energia primaria e finale; la percentuale di energia da fonti rinnovabili utilizzata e l’emissione di di gas serra e il Global Warming Potential;
- l’Ape avrà una validità ridotta: 5 anni, con la possibilità di estenderlo fino a 10 per gli edifici più efficienti da un punto di vista energetico;
- nell’attestato saranno inserite delle raccomandazioni più dettagliate. Saranno, infatti, fornite delle indicazioni sulla qualità dell’aria, sulla presenza o meno di punti di ricarica per i veicoli elettrici e sui sistemi di accumulo energetico.
Cosa rimane uguale il prossimo anno
Il prossimo anno non scatta alcun obbligo di ristrutturazione immediata. Non ci saranno divieti di vendita o di affitto degli immobili con le prestazioni energetiche più basse.
Continuerà ad esserci l’obbligo della certificazione energetica: è necessario essere in possesso di un APE valido per vendere o affittare un immobile. Continueranno, quindi, ad essere in vigore le norme attuali.
Quali sono le previsioni per i bonus edilizi nel 2026
Molti bonus edilizi continueranno a rimanere in vigore anche il prossimo anno: le famiglie, quindi, potranno beneficiare delle detrazioni fiscali. Oltre al bonus ristrutturazioni, sarà possibile accedere:
- all’Ecobonus, che dovrebbe funzionare come il bonus ristrutturazioni. L’aliquota della detrazione dovrebbe rimanere al 50% per le abitazioni principali, con un tetto di spesa a 96.000 euro. Per gli altri immobili l’aliquota è al 36%;
- al Sisma Bonus: anche in questo caso le aliquote dovrebbero rimanere stabili al 50% per gli immobili residenziali e il 36% per le seconde case o gli immobili residenziali. Vengono incentivati gli interventi di miglioramento sismico;
- al bonus mobili: confermato l'aliquota al 50% per le spese effettuate per arredare un immobile oggetto di ristrutturazione, con un tetto di spesa fissato a 5.000 euro.
Il superbonus e il bonus barriere architettoniche, invece, non saranno più attivi dal 2026 nello loro forma attuale. Non sarà attivo nemmeno il bonus facciate.
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