
Ai risparmiatori (piccoli) e poco informati l'investimento in obbligazioni rende meno. Questo stando al quadro tracciato dalla consob nell'ultimo numero di quaderni di finanza, in cui quattro ricercatori hanno analizzato più di 12.200 obbligazioni bancarie collocate presso i piccoli risparmiatori dal 2006 al 2009 per un totale di 582 miliardi di euro confontrandole con titoli di stato e con più di 600 analoghe emissioni destinate ai grandi investitori istituzionali. Ma esiste la maniera per difendersi dalle banche sempre più attente al conto economico che a fornire un vero servizio di consulenza al cliente?
Stando ai numeri, dunque, pare che un investitore internazionale spunta un rendimento fino all'1% più elevato rispetto al comune risparmiatore
Quanto ai titoli di stato, l'indicatore di rendimento a posteriori per le obbligazioni a tasso fisso emesse da banche si è attestato al 3,4% contro il 4,9% dello stesso indicatore per i btp. Nel caso del tasso variabile il differenziale è più basso, ma comunque esistente: 3,0% per le obbligazioni bancarie e 3,5% per i cct
Il motivo di questa differenza sta - secondo quanto scrive la consob - nella natura poco avveduta dei piccoli risparmiatori sulle cui spalle le banche, nel periodo in esame, sono riuscite ad approvviggionarsi con costi contenuti
Stando a questi dati pare che il caso lehman non sia servito a nulla, e che i piccoli risparmiatori continuino ad essere attratti dal sottoscrivere obbligazioni più complesse perchè "benchè di difficile comprensione, perchè vengono percepite come prodotti sicuri, perchè proposti dal referente bancario di fiducia, e al tempo stesso remunerative dunque in grado di rispondere all'esigenza di ottenere rendimenti più elevati di quelli corrispondenti all'investimento in titoli di stato"
La ricetta per un buon investimento, dunque, resta più o meno la stessa: la conoscenza del prodotto e di se stessi come risparmiatori e un pizzico di sana diffidenza
per commentare devi effettuare il login con il tuo account