In Europa nel 2016 sono stati investiti 104,2 miliardi di euro nel settore immobiliare, ma solo 3,6 miliardi (circa il 3,5% del totale) hanno riguardato il nostro Paese. A dirlo l'European Outlook di Scenari Immobiliari, che ha registato nel primo periodo dell'anno una flessione del 14% sugli investimenti nel vecchio continente.
La maggiore volatilità globale, il rallentamento in Cina e i dubbi del post Brexit hanno causato un rallentamento degli investimenti immobiliari nel vecchio continente, che nel primo semestre del 2016, si sono attestati a quota 104,2 miliardi. La propensione agli investimenti resta in ogni caso elevata, se si pensa che il volume del I semestre dell'anno è superiore alla media degli ultimi dieci anni.
Nonostante i dubbi post referendum, la Gran Bretagna ha raccolto circa un terzo degli investimenti totali - in aumento rispetto al 2015 - mentre la Germania ha registrato un lieve calo nel secondo trimestre, imputabile alla mancanza di stock di qualità. In forte crescita i Paesi del nord Europa, soprattutto Olanda e Svezia, e continua il trend positivo del mercato spagnolo.
L'Italia resta ancora in coda agli investimenti immobiliari, con 3,6 miliardi investiti, pari al 3,5% del totale. Il 45% è concentrato nel mercato degli uffici, il 19% nel retail, ottime performance anche dell'alberghiero. Milano è la città più interessante per chi vuol investire nel real estate, ad oggi il 12º mercato in Europa, mentre Roma è assente dalla top venti. Gli investitori, anche nel capoluogo lombardo, lamentano però una mancanza di prodotto di qualità.
Cosa aspettarci per il futuro? Secondo Scenari Immobiliari, le previsioni per il 2016 parlano di un calo degli investimenti del 25% nel Regno Unito, anche se si tratterà di un mercato a due velocità. Gli investitori di breve e medio periodo assumeranno un atteggiamento prudenziale, aspettando le decisioni della Bce e le negoziazioni con l'Europa, mentre quelli opportunistici, soprattutto americani, asiatici e mediorentali aumenteranno il volume di investimenti, approfittando della perdita di valore della sterlina e della minor competizione.
Nel resto d'Europa ci sarà un aumento degli investimenti intorno al 10% . A trarre i maggior vantaggi potrebbe essere la Germania, Berlino in primis, favorita dalla disponibilità di terreni edificabili, popolazione giovane e ruolo leader come centro tecnologico. A seguire Francoforte e Amburgo. Crescerà il flusso di investimenti anche a Parigi, Lussemburgo, Dublino, Madrid, Copenhagen, Amsterdam e Stoccolma.
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