L’Italia è il primo Paese tra i 28 della Ue ad aver beneficiato del Piano Juncker che, a due anni dal suo lancio, raggiunge quota 177 miliardi, più della metà sui 315 previsti di investimenti mobilitati in Europa. A renderlo noto la Commissione Ue dopo l’ultima riunione del board della Bei.
Le operazioni approvate finora riguardano tutti i 28 Paesi Ue, con 197 progetti infrastrutturali pari a 24 miliardi di investimenti coperti dall’Efsi, e 264 accordi da 8 miliardi complessivi di finanziamenti per 400mila imprese, per un totale di 32 miliardi di fondi targati Ue.
Finore l’Italia ha ottenuto circa 4,3 miliardi dall’Efsi, di cui 3 per la realizzazione di 30 progetti infrastrutturali con un effetto leva di 9,1 miliardi, e 1,3 per 41 accordi di finanziamento a favore di circa 191mila Pmi con un effetto leva di 20 miliardi.
Il Piano Juncker, che ha preso il nome dal presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, ha creato un fondo europeo per gli investimenti strategici (Efsi) e ha coinvolto la Banca Centrale Europea degli Investimenti (Bei) con l’obiettivo di rilanciare la crescita economica, in tutto con 315 miliardi di euro.
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