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Qualcosa potrebbe cambiare sul fronte dei rimborsi fiscali. I tempi potrebbero diminuire e questo grazie a una semplificazione della procedura, con i pagamenti affidati direttamente all’Agenzia delle Entrate. Si parla di 30 giorni in meno.

La semplificazione dovrebbe arrivare con un emendamento alla manovra correttiva in discussione alla Camera.

Sotto i riflettori, in particolare, l’Iva. Tale pratica ad oggi richiede in media un centinaio di giorni. Il rimborso Iva è collegato con il meccanismo dello split payment, che è stato esteso dal 1° luglio ai rapporti commerciali con società pubbliche e aziende quotate.

Con la scissione contabile la Pubblica amministrazione (e presto le società pubbliche) deve pagare ai propri fornitori fatture al netto dell’Iva, che viene girata direttamente all’Erario per evitare l’evasione. Un meccanismo che ha reso ancora più importante la tempistica dei rimborsi, come chiesto anche dalla Ue.

A rallentare il tutto non sono tanto i tempi tecnici necessari all’Agenzia delle Entrate per controllare l’istanza di rimborso (passaggio che in genere si conclude entro 60 giorni), ma la verifica di Ragioneria generale e Banca d’Italia prima dell’erogazione effettiva, per la quale servono in media 30-40 giorni. Con lo split payment allargato questo secondo passaggio sembra destinato a cadere.

Si è parlato di queste novità a margine dell’incontro sull’“amministrazione fiscale che cambia”, tenuto al Ministero dell’Economia per far confrontare Fisco, Guardia di finanza, imprese, professionisti e contribuenti sull’attuazione delle nuove regole e sugli aspetti da correggere.

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