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Sulla Gazzetta Ufficiale del 12 dicembre 2017 è stato pubblicato il decreto del Ragioniere generale dello Stato di concerto con il direttore generale delle politiche previdenziali e assicurative del Ministero del Lavoro che ha ufficializzato il rialzo di cinque mesi in base alle aspettative di vita per andare in pensione. Dal 2019, dunque, si potrà lasciare la propria occupazione a 67 anni.

Oggi per la pensione di vecchiaia gli uomini devono avere 66 anni e 7 mesi, minimo previsto anche per le lavoratrici del settore pubblico, mentre per le dipendenti del privato sono sufficienti 65 anni e 7 mesi e per le autonome 66 anni e 1 mese.

Nel 2018 il minimo si raggiungerà con 66 anni e 7 mesi per tutti. Nel 2019-2020, invece, per la pensione di vecchiaia saranno necessari 67 anni di età.

L’adeguamento alla speranza di vita, però, incide anche sulle altre tipologie di pensioni. Per la pensione anticipata gli attuali 42 anni e 10 mesi per gli uomini saliranno a 43 anni e 3 mesi, mentre gli attuali 41 anni e 10 mesi per le donne saliranno a 42 anni e 3 mesi.

I precoci, coloro che hanno versato almeno un anno di contributi prima di compiere 19 anni, per poter andare in pensione dovranno avere 41 anni e 5 mesi.

In aumento, inoltre, le quote (la somma tra età anagrafica e anzianità contributiva) per gli usuranti: la quota minima passerà dall’attuale 97,6 a 98. L’assegno sociale, infine, nel 2018 salirà a 66 anni e 7 mesi e dal 2019 potrà essere percepito a 67 anni.

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