
Dietro front del governo sul regime forfettario dedicato alle partite Iva. Torna infatti nella manovra 2020 la flat tax al 15%. Vediamo chi ne potrà beneficiare.
L’ipotesi di abbandonare definitivamente il regime forfettario per le piccole partite Iva è stata abbandonata dal Governo, che ha fatto marcia indietro sulla proposta di imporre un regime “analitico” (in cui cioè la base imponibile si determini con la contabilizzazione dei ricavi meno i costi) anche alle piccole partite Iva a sfavore del regime forfettario, che prevede invece una tassazione agevolata e una determinazione del reddito imponibile attraverso l’applicazione di una detrazione fissa.
La flat tax al 15% è quindi confermata per le fasce di reddito inferiori ai 65 mila euro, con un distinguo: il regime forfettario si applicherà ai redditi fino a 30 mila euro, mentre il regime analitico, con annessi adempimenti Iva e tenuta di registri contabili, si applicherà anche ai redditi da 30 mila a 65 mila euro. Abolita invece la flat tax al 20% inizialmente pensata per i redditi tra i 65 mila e i 100 mila euro.
Nuovi requisiti sono inoltre richiesti: oltre al reddito inferiore a 65 mila euro, occorrerà non superare i 30 mila euro di reddito da partita Iva cumulati con redditi di altra provenienza (lavoro subordinato o pensione) e non superare i 20 mila euro annui di spese per prestazioni di lavoratori dipendenti o collaboratori, per vedersi applicata la flat tax al 15%. Nessun paletto invece per quanto riguarda i valore dei beni strumentali.
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