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Recovery Fund: che cos’è e come funziona lo strumento approvato dal Consiglio Europeo
Presidenza del Consiglio

Il Consiglio Europeo ha approvato la proposta di Conte: per le economie più colpite dal Covid al via il Recovery Fund.

“Il Consiglio Europeo ha accettato di introdurre uno strumento innovativo, il recovery fund, il fondo per la ripresa con titoli comuni europei che andrà a finanziare i paesi più colpiti, l’Italia ma non solo”. Lo ha spiegato il presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte nella conferenza stampa lampo nella serata del 23 aprile 2020 con cui ha inteso informare gli italiani che la polemica sul Mes e sui Coronabond può essere messa da parte, dal momento che una soluzione alternativa è stata trovata . “È passato il principio che si tratta di uno strumento urgente e necessario. L’Italia è in prima fila a chiederlo: la nostra lettera è stata firmata da altri 8 paesi. Uno strumento finora impensabile e inedito si aggiungerà a quelli già esistenti rendendo l’azione europea ancora più efficace”.

Cosa è il recovery fund

Ma di cosa si tratta, nel concreto? Cosa è e come funziona il Recovery Fund? La proposta, concepita in primis dalla Francia e integrata dall’Italia e dalla Spagna per favorire la ripresa europea post-Covid con riguardo ai casi più difficili, ma non solo, consiste in un fondo con il compito di emettere delle apposite obbligazioni, i “recovery bond”, garantite dal bilancio Ue, tramite i quali il fondo stesso si finanzierà. La liquidità raccolta sarà poi distribuita ai governi, senza condizioni, senza rimborsabilità e in relazione all’effettivo bisogno per rimettere in moto l’economia. Nessun trattamento di favore guardando ai debiti statali pregressi, che tanto fastidio davano ai tedeschi e agli olandesi, ma un occhio a quello che i bond potranno significare per il futuro, quindi.

Differenza tra Recovery fund, Eurobond e Coronabond

Il Recovery Find è uno strumento nuovo, ha spiegato Conte, perché non snatura i trattati (come avrebbero fatto gli eurobond o i coronabond), saranno gestiti a livello europeo senza carattere bilaterale e saranno più consistenti degli strumenti attualmente in vigore, a cui si aggiungono, rispettando l’equilibrio – ha sottolineato la presidente della Commissione Von der Leyen – tra prestiti agli Stati e sovvenzioni. I fondi saranno direttamente disponibili e garantiti in modo da assicurare l’immediata applicazione.

I particolari dei recovery fund saranno resi noti il 6 maggio, ma da quanto si apprende alla fine del Consiglio Europeo si sa che la misura si aggiunge a 500 miliardi di euro dispiegati nell’ambito del Piano Bei, Sure per la cassa integrazione e Mes, operative dal primo giugno.

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