La pensione è un tema sempre al centro del dibattito in Italia, e non solo di quello politico. Per le giovani generazioni è un miraggio quasi irraggiungibile, ma oramai non è un traguardo certo nemmeno per i lavoratori di lungo corso. Per districarsi lungo questo percorso complesso e incerto, gli esperti di MiaPensione hanno stilato una analisi, condotta su 10mila casi, che mostra quanto sia fondamentale pianificare in anticipo il proprio futuro previdenziale. Scopriamo il quadro che ne esce fuori.
Il quadro normativo sulle pensioni
Districarsi tra cavilli normativi e regole in continuo mutamento spinge i futuri pensionati a cercare soluzioni personalizzate. “I clienti che si avvalgono della nostra consulenza richiedono in media 2 simulazioni diverse per ogni pratica. Questo dato conferma la confusione generata dal continuo alternarsi di finestre, come Quota 103, Opzione Donna, Anticipata, che rendono il calcolo e la scelta del timing d’uscita estremamente difficili, senza un supporto specialistico” commenta Andrea Martelli, Fondatore e Amministratore di MiaPensione.
Quanto vale l’assegno pensionistico medio
L'importo lordo medio mensile della pensione, simulato con un’età di 64.48 anni, ammonta a 2.067 euro, secondo l’analisi di MiaPensione. Sebbene la cifra possa apparire solida, è fondamentale notare che si tratta di una media che nasconde forti disparità. Per i professionisti e i lavoratori con carriere discontinue o miste, l'incertezza può portare a simulazioni con scarti di centinaia di euro tra un'opzione e l'altra.
Gli italiani continuano a orientarsi verso le uscite standard e flessibili. Se la Vecchiaia Ordinaria copre quasi il 40% delle simulazioni, le forme anticipate superano complessivamente il 46% del totale, segno di un interesse marcato per la flessibilità nell’uscita dal lavoro.
Conviene scegliere la pensiona anticipata?
Confrontando le due prestazioni più simulate – Pensione Anticipata Ordinaria e Pensione di Vecchiaia Ordinaria – e analizzando la mediana degli importi erogati, si osserva che l’assegno per chi sceglie di anticipare è superiore. L'importo mediano per l'Anticipata Ordinaria è, infatti, più alto di 217,12 euro rispetto a chi attende la Vecchiaia Ordinaria, una differenza che si traduce in circa 2.800 euro lordi su base annua.
Tuttavia, questo dato non significa che anticipare sia intrinsecamente più conveniente. Al contrario: l'Anticipata Ordinaria richiede un’anzianità contributiva elevata, tipica solo di chi ha avuto una carriera lavorativa eccezionalmente solida e continuativa. "È fondamentale non confondere causa ed effetto" afferma Andrea Martelli.
"I dati della nostra indagine dimostrano che chi opta per l'anticipo beneficia di un assegno mediano superiore non perché la formula di pensione sia più vantaggiosa, ma semplicemente perché l'accesso a quel percorso è limitato ai lavoratori che hanno già massimizzato l'assegno grazie a una qualità e una continuità contributiva eccellenti. È la carriera robusta che genera l'assegno più alto; il percorso anticipato è solo il primo a cui possono accedere".
In sostanza, l'importo mediano più alto per l’anticipata è un riflesso della selezione all’ingresso. Valutare tempestivamente la propria posizione previdenziale è l'unico modo per comprendere se la propria storia lavorativa sia sufficientemente solida da rientrare in questo gruppo “elitario”, evitando di essere costretti a ritirarsi con l'assegno mediano più contenuto previsto per chi può accedere solo alla pensione di Vecchiaia.
Perché è importante programmare
“L'età media dei clienti che si sono avvalsi della nostra consulenza si aggira intorno ai 61 anni, suggerendo che la maggior parte degli italiani si attiva quando è ormai a ridosso della pensione. Un tempismo che può limitare drasticamente le possibilità di correzione della rotta” prosegue Martelli.
“L’elevato numero di simulazioni per cliente è la prova che esistono margini di scelta, che possono però essere sfruttati al meglio, solo se si agisce con largo anticipo. Pensare alla pensione a quarant'anni non è solo una questione di risparmio, ma una strategia di gestione del rischio previdenziale” continua l’esperto.
“L’analisi evidenzia come la pianificazione previdenziale in età lavorativa – attorno ai 40 anni – permetta di correggere carriere discontinue, ottimizzare i contributi e scegliere le finestre più vantaggiose, trasformando la pensione da incognita a strategia di lungo periodo” conclude Andrea Martelli.
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