Gli obbbligazionisti del colosso immobiliare cinese Evergrande non hanno ricevuto gli interessi in scadenza, dopo che il 6 dicembre era scaduto un periodo di grazia di 30 giorni, segnando un passo verso il default formale della società immobiliare più indebitata al mondo. La società, che ha rinviato vari rimborsi di obbligazioni e pagamenti di interessi negli ultimi mesi, avrebbe dovuto versare ieri 82,5 milioni di dollari di cedole in scadenza, dopo aver annunciato la necessità di una ristrutturazione del debito. Ma gli investitori sentiti dal Financial Times a oggi non hanno ricevuto nulla.
Le scadenze mancate di questa settimana potrebbero innescare un fallimento ufficiale per Evergrande, mesi dopo che i primi mancati pagamenti degli interessi a fine settembre hanno scatenato la volatilità sui mercati globali.
I problemi della società hanno gettato nuova luce sulle condizioni di salute del settore immobiliare cinese e alimentato aspettative diffuse di una delle più grandi ristrutturazioni debitorie nella storia della Cina.
In segno della gravità della situazione, Pechino ha segnalato il suo primo sostanziale allentamento della politica monetaria dall'inizio della pandemia di coronavirus, una mossa ampiamente considerata come una rassicurazione per gli investitori che si preparano al default di Evergrande.
Evergrande, che raramente ha parlato in via ufficiale dei suoi problemi finanziari, venerdì ha dichiarato che "non vi è alcuna garanzia che il gruppo disporrà di fondi sufficienti per continuare a adempiere ai propri obblighi finanziari" e che "prevede di impegnarsi attivamente con i creditori esteri per formulare un piano di ristrutturazione praticabile". L'agenzia di rating S&P ha dichiarato che il fallimento di Evergrande, che pure non si è ancora materializzato, pare "inevitabile".
Pboc: diritti azionisti e creditori saranno rispettati
I diritti degli azionisti e dei creditori di Evergrande saranno pienamente rispettati e il rischio causato da alcune società immobiliari nel breve periodo non minerà il mercato dei capitali di Hong Kong. Lo ha dichiarato il governatore della Banca centrale cinese, Yi Gang.
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