Pandemia o no, se qualcuno ha abbastanza soldi da potersi comprare una Ferrari, la comprerà. I beni di lusso, dalle automobili agli yacht a, naturalmente, le case di pregio sono segmenti che non conoscono crisi. Vediamo perchè.
La domanda anelastica di beni di lusso
La domanda di beni di lusso è infatti per definizione anelastica, il che significa che, indipendentemente dalle variazioni di prezzo, una persona ricca continuerà ad acquistarne in pari quantità, se non di più, soprattutto se il suo reddito non subisce alcuna variazione significativa. Questo in effetti pare essere capitato anche in questi anni di pandemia, in cui il prezzo dei beni è aumentato a causa dell’inflazione ma i redditi oltre un certo livello sono stati ben poco toccati dalle vicende degli ultimi anni.
Quanto vale il mercato del lusso
A livello generale questa può essere una prima spiegazione del perché i beni di lusso nel nostro Paese e nel mondo continuino ad essere al top. Ma quanto vale il mercato del lusso? Già lo scorso anno, in piena pandemia, il Global Fashion & Luxury Private Equity and Investors Survey 2021 di Deloitte aveva evidenziato come il lusso continuasse ad essere un investimento attraente anche in una prospettiva futura.
Addirittura, secondo i dati, rispetto allo scenario pre-covid il mercato del Personal Luxury Goods nel 2020 è cresciuto a un tasso del +5.7% CAGR 2015-19. In particolare a patire la pandemia sono stati i beni di lusso legati al commercio in punti vendita fisici (come Hospitality o gioielleria e orologi, le cui vendite sono calate del 25%) mentre il mercato degli yacht e dei veicoli, sempre in abito lusso, ha mostrato una maggiore resilienza, grazie al nuovo concetto di vacanza sicura e privata con mezzi propri.
Mercato del lusso e pandemia
Dalla survey di Deloitte, inoltre, risulta che gli investitori si attendessero per il 2021 un impatto ridotto della pandemia sui ricavi delle aziende Fashion&Luxury, contenuto tra lo 0 il 20 per cento, mentre entro la fine del 2022 si attendevano una ripresa decisa verso i livelli pre-Covid.
Un altro segnale della sostanziale non-crisi del settore lusso è la sua capacità di poter continuare a fissare prezzi alti a piacere nonostante il contesto economico generale. Come segnalato dal sito finanziario Bluerating esiste una sorta di indice dell’inflazione di lusso, il “cost of living extremely well”, compilato da Forbes Usa, che include il costo di beni di extralusso quali gioielli, pelletteria, moda, ma anche cavalli o chirurgia estetica, e che mostra una inflazione rispetto alla media dell’indice dei prezzi “normali” di oltre il 10 per cento. Il che significa che la domanda di beni di lusso resta talmente forte che ci si può permettere di alzarne il prezzo a piacere, in barba alle difficoltà economiche legate alla pandemia.
Ferrari, il lusso vende sempre
Del resto, l’Ad di Ferrari Benedetto Vigna, a novembre 2021 diceva: “Ferrari è un marchio di alta gamma e i clienti sono disposti a pagare per essere messi in lista d’attesa, e a pagare di più. C’è un modo efficace di gestire [la lista d’attesa] intervenendo sui prezzi, e infatti li abbiamo alzati per poter gestire bene questa situazione. Solitamente i clienti sono anche disposti ad attendere perché una Ferrari non è una semplice auto, è una Ferrari!”
Un atteggiamento assolutamente supportato dai numeri: la casa di Maranello, che ha appena sfornato il suo primo Suv (la Ferrari Purosangue), ha chiuso il 2021 con risultati da record anche rispetto ai livelli pre-pandemia, in barba anche alla crisi dei semiconduttori. Le consegne sono infatti aumentate del 22,3 per cento rispetto al 2020 e di oltre il 10 per cento sul 2019, mentre il fatturato ha visto un aumento del 13,4 per cento sul 2019 e del 23,4 per cento sul 2020, attestandosi a 4,27 miliardi, previsti a 4,8 miliardi per la fine del 2022.
Yacht di lusso in Italia
Andamento simile per il mercato degli yacht e imbarcazioni di lusso, settore in cui l’Italia brilla come costruttore ed esportatore. Secondo i dati di Confindustria Nautica il fatturato globale del comparto ha mostrato nel 2020 una flessione del 2,6 per cento, attestandosi a 4,66 per cento, ma con previsioni di aumento del 23 per cento e oltre, a 6 miliardi, alla chiusura del 2021.
La produzione e importazione di imbarcazioni da diporto, invece, sono rimasti praticamente invariati dal 2019 al 2020 mentre i dati relativi ai superyacht di lusso si sono rivelati addirittura in crescita.
Le previsioni per il 2021 sono poi più che positive per il settore nautico: la principale azienda produttrice italiana Azimut Benetti, ad esempio, ha chiuso la stagione nautica 2020/21 con un valore della produzione di 850 milioni di euro, in crescita di 100 milioni rispetto all'anno precedente e con un portafoglio ordini triplicato a 1,2 miliardi di euro, di cui 508 milioni raccolti negli ultimi 90 giorni.
Case di lusso, il mercato non conosce crisi
Quanto detto sopra si conferma anche per le case di lusso. Su idealista/news abbiamo pubblicato diversi articoli relativi all’immobiliare di pregio, che mostrano come questo segmento sia sempre sotto la lente degli investitori e come gli acquirenti di questo tipo di abitazioni non si facciano certo spaventare dalle perturbazioni dell’economia pandemica se desiderano una proprietà esclusiva.
Lo dimostrano gli ultimi dati di alcuni dei principali specialisti nell’immobiliare di pregio: Engel & Völkers, ad esempio, ha chiuso il 2021 aumentando i ricavi da commissioni del 39% rispetto al 2020, ottenendo un fatturato da 1,27 miliardi di euro contro i 937 milioni dell’anno precedente, registrando la migliore performance economica della storia del Gruppo. Solo in Italia la crescita ha raggiunto un record totale del 55% passando da 43.9 milioni del 2020 a 67.9 milioni nel 2021. La divisione Residential del gruppo ha registrato il risultato migliore la divisione generando circa 544 milioni di euro di ricavi da commissioni, con un aumento del 54% rispetto al 2020 La società ha intermediato immobili per un valore di circa 40 miliardi di euro contro i 27 miliardi dell’anno precedente.
Un altro big del lusso, Lionard, ha registrato nel 2021 una chiusura con fatturato in crescita del 120 per cento, che rapportato al 2019 raggiunge addirittura il 160 per cento. “È un dato importante che conferma una crescita continua negli ultimi anni. Anche in tempi d’incertezza economica e non solo, l’immobile viene considerato il bene rifugio per eccellenza”, ha commentato il fondatore Dimitri Corti.
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